I LUTTI
MONSELICE/CONSELVE Non c'è tregua per la Bassa Padovana che anche

Domenica 3 Maggio 2020
I LUTTI MONSELICE/CONSELVE Non c'è tregua per la Bassa Padovana che anche
I LUTTI
MONSELICE/CONSELVE Non c'è tregua per la Bassa Padovana che anche negli ultimi giorni ha pianto la morte di altre due persone, uccise dal Coronavirus. Un destino crudele, che nel territorio ha accomunato uomini e donne di diverse età, sia affette da patologie pregresse che in buone condizioni di salute.
Il Covid-19 ha spezzato un'altra vita a Monselice. Giovedì scorso si è infatti arresa al virus Lucia Zerbetto. Lucia aveva 68 anni e pare non soffrisse di particolari problemi di salute. Purtroppo, però, ha avuto la sfortuna di contrarre il Coronavirus, che si è mostrato particolarmente aggressivo. Febbre alta, stanchezza, quella tosse insistente: i sintomi si sono rapidamente aggravati, rendendo necessario il suo ricovero all'ospedale Madre Teresa di Schiavonia. I medici le hanno tentate tutte per contrastare l'avanzare della malattia e cercare di salvarla, ma Lucia si è spenta giovedì. La sua morte ha sconvolto i familiari e quanti le volevano bene: l'anziana mamma Norma, la sorella Irene, il cognato Paolo e i suoi amati nipoti Matteo e Monica. Dopo essere diventata vedova, ormai diversi anni fa, Lucia aveva ritrovato la serenità accanto al compagno Gino, con il quale viveva nel quartiere alle spalle di via Argine Sinistro, a poche centinaia di metri dal centro della Città della Rocca. Era una signora molto tranquilla, gentile e benvoluta, che aveva saputo affrontare le dure prove alla quale la vita l'aveva sottoposta con dignità, forza e coraggio. Ha combattuto anche questa ultima battaglia mettendocela tutta, ma alla fine ha dovuto arrendersi al Covid.
IL QUINTO MORTO
Sono cinque i conselvani vittime del Coronavirus, tre residenti alla Casa di riposo Sereni Orizzonti di Bovolenta e due in quella di Monselice. Qui risiedeva Mario Marcolin, 71 anni, ultimo deceduto in ordine di tempo, giovedì scorso. Era ricoverato da qualche giorno all'ospedale di Schiavonia. Da poco più di tre anni era ospite del Centro Servizi di Monselice. Ex imprenditore edile, ormai in pensione da tempo sopratutto a causa di alcuni problemi di salute e dell'invalidità ad una gamba, era molto conosciuto a Conselve, dove ha sempre vissuto, nella casa a più piani costruita in via Romano. Mario Marcolin non era sposato e forse anche per questo era particolarmente legato ai suoi familiari, il fratello Luciano e la sorella Maria Luisa. Quest'ultima in particolare è sempre rimasta accanto al fratello Mario, aiutandolo e sostenendolo nelle piccole faccende domestiche, in particolare con il progredire della malattia che lo aveva costretto a ritirarsi dal lavoro. Mario Marcolin viene ricordato come una persona solare e socievole, che cercava la compagnia e l'amicizia e, nonostante fosse lontano dal paese da oltre tre anni, in molti sono rimasti sorpresi apprendendo della sua morte, in particolare in via Romano, dove sorge l'abitazione dei fratelli Marcolin.
Ventisette sono i decessi di ospiti della casa di riposo di Monselice, che eguagliano il triste primato della struttura di Merlara, mentre sei quelli avvenuti alla Sereni Orizzonti di Bovolenta. Qui le misure adottate per contrastare la pandemia sembrano peraltro aver dato qualche frutto: per quindici giorni una vera e propria task force di infermieri, operatori socio-sanitari e addetti alle pulizie sono rimasti dentro l'edificio per prendersi cura della sessantina di ospiti, per la gran parte risultati positivi al Covid-19, seppure con sintomi diversi. Dal primo maggio si è tornati alla normale turnazione del lavoro.
Nicola Benvenuti
Camilla Bovo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci