«Figlia mia, ho fatto sentire la tua voce» Mamma va trovarla e le legge l'articolo

Mercoledì 26 Maggio 2021
«Figlia mia, ho fatto sentire la tua voce» Mamma va trovarla e le legge l'articolo
IL DRAMMA
FELTRE «Quando andrò a trovare mia figlia oggi, in ospedale, le dirò che ho fatto sentire la sua voce». La mamma di Samantha, la giovane finita in coma vegetativo irreversibile a seguito di alcune complicanze legate ad una banale operazione chirurgica ad una gamba, si è recata ieri, come fa quotidianamente, a trovare la figlia nel reparto di cardiologia del Santa Maria del Prato di Feltre. Passa un po' di tempo con lei, le racconta della giornata, di quello che succede intorno. Cerca in qualche modo di farle sentire la sua presenza nonostante, come confermato da un esperto di fama mondiale, lei non percepisca chi le sta intorno. Il suo cervello è infatti come quello di un bambino di due mesi: si gira agli stimoli sonori, ma non sa cosa siano. E non c'è speranza di recupero. Ieri la mamma le ha raccontato anche quanto uscito nelle pagine de Il Gazzettino. «Le leggerò il giornale e le dirò che ho cercato di dar così voce alle sue volontà racconta ancora la mamma -. A quanto ha sempre detto a me ed al resto della famiglia in merito al fine vita. Nella mia vita ho sempre detto che avrei difeso fino allo stremo i miei figli e, in qualche modo, come riesco e posso, sto cercando di farlo anche adesso».
LA STORIA
La storia l'ha raccontata proprio la mamma tramite Il Gazzettino, ieri. «È il 12 novembre del 2020, mia figlia fa un banale intervento ad una gamba che si era fratturata a seguito di una caduta in casa - ha spiegato -. L'ospedale di Feltre, in quei giorni, non effettua interventi a causa della pandemia, e per questo l'operazione viene fatta al San Martino di Belluno». L'intervento è andato bene, tant'è che poco dopo Samantha viene dimessa ed inizia il suo percorso riabilitativo. Dopo quattro giorni però i primi segnali che qualcosa non stava andando bene. «Era giovedì ed a mia figlia inizia a gonfiarsi la gamba dell'intervento aveva proseguito la donna -. Il giorno successivo non riusciva a camminare e quindi mio marito decide di portarla all'ospedale di Belluno, dove dopo la visita dell'ortopedico viene rimandata a casa». Da lì, poi, è stato un crescendo. Le condizioni della ragazza peggiorano progressivamente, le visite ai nosocomi della provincia si intensificano. «A una settimana dall'intervento, era l'una e mezza di notte, chiamiamo l'ambulanza e mia figlia viene ricoverata in medicina dove le viene riscontrata una polmonite bilaterale, non dovuta al Covid - ha raccontato la mamma -. A causa della pandemia non potevo entrare a farle visita, ma ci siamo sentite al telefono e mi diceva che stava male. La sentivo affaticata, faceva fatica a parlare». Le condizioni peggiorano ancora, i polmoni collassano e la trentenne viene d'urgenza elitrasportata all'ospedale di Treviso. Viene operata d'urgenza, ma non si riprenderà mai più.
I DANNI
Difficile dire cosa sia successo. Saranno gli approfondimenti che la famiglia con il suo legale farà a chiarire di chi siano, eventualmente, le responsabilità. Quello che è certo è che il cervello di Samantha è rimasto senza ossigeno e questo ha creato dei danni irreversibili. Quella ragazza piena di vita non esiste più. «È sdraiata nel letto - dice tra le lacrime la mamma -. Io vado a trovarla quotidianamente. Le parlo e le chiedo scusa per tutto quello che sta subendo da ormai sei mesi. Se potesse capire la sua condizione attuale non so cosa penserebbe». L'Ulss 1 Dolomiti è stata contattata nuovamente ieri. Ad oggi un'unica dichiarazione: «Vista la complessità e la delicatezza della questione, non riteniamo, al momento, di rilasciare nessuna dichiarazione».
E.S.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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