IL MOVIMENTO
ROMA Nel comitato elettorale del Movimento 5 stelle si affollano i colloqui, entrano ed escono occhialuti uomini in loden con cartelline sotto braccio, ma si muovono soprattutto i manovali della campagna elettorale che caricano e scaricano i manifesti elettorali. Dal comitato, dove si lavora fino a notte inoltrata, Luigi Di Maio anche ieri non si è mosso. Sono passati Emilio Carelli, lui che nei santini elettorali ha già la posa da possibile ministro (magari alle Telecomunicazioni), Dino Giarrusso, e una ombrosa Laura Castelli. Nella squadra del candidato premier intanto spuntano i nomi calamitati a suo tempo dal Campidoglio. Come Damiano Tommasi per lo Sport. Si è visto pure lui ieri, a dimostrazione che in via Piemonte si entra simpatizzante e si esce possibile ministro del possibile premier Luigi Di Maio. Quando la candidata Virginia Raggi gli chiese di far parte del team l'ex centrocampista della Roma declinò la proposta via Twitter: «No, grazie. Lusinghiera responsabilità, ma mandato full-time quattro anni assocalciatori. Sport Roma merita 100% impegno e presenza».
Ora, invece sembra farci più di un pensierino dopo la mancata conquista della leadership della Federcalcio. Intanto Di Maio non ritratta le promesse e giura in un video di voler presentare i nomi del suo esecutivo la prossima settimana: «Saremo gli unici a farlo primo del voto».
Nel frattempo ci sono stati i primi contatti tra Forza Italia e i futuri responsabili che passeranno dal M5S al Gruppo Misto. Di Maio non li conteggia eppure sono già una bella pattuglia. «Berlusconi - dice Di Maio - ora vorrebbe imbarcare anche i nostri candidati che non hanno restituito quanto dovevano al fondo per il microcredito. A Berlusconi dico: quasi tutti hanno già firmato il modulo con cui si impegnano a non accettare la candidatura. Quindi non potrà fare i suoi giochetti». Ma sulla validità di quella firma, com'è noto, ci sono mille dubbi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA Nel comitato elettorale del Movimento 5 stelle si affollano i colloqui, entrano ed escono occhialuti uomini in loden con cartelline sotto braccio, ma si muovono soprattutto i manovali della campagna elettorale che caricano e scaricano i manifesti elettorali. Dal comitato, dove si lavora fino a notte inoltrata, Luigi Di Maio anche ieri non si è mosso. Sono passati Emilio Carelli, lui che nei santini elettorali ha già la posa da possibile ministro (magari alle Telecomunicazioni), Dino Giarrusso, e una ombrosa Laura Castelli. Nella squadra del candidato premier intanto spuntano i nomi calamitati a suo tempo dal Campidoglio. Come Damiano Tommasi per lo Sport. Si è visto pure lui ieri, a dimostrazione che in via Piemonte si entra simpatizzante e si esce possibile ministro del possibile premier Luigi Di Maio. Quando la candidata Virginia Raggi gli chiese di far parte del team l'ex centrocampista della Roma declinò la proposta via Twitter: «No, grazie. Lusinghiera responsabilità, ma mandato full-time quattro anni assocalciatori. Sport Roma merita 100% impegno e presenza».
Ora, invece sembra farci più di un pensierino dopo la mancata conquista della leadership della Federcalcio. Intanto Di Maio non ritratta le promesse e giura in un video di voler presentare i nomi del suo esecutivo la prossima settimana: «Saremo gli unici a farlo primo del voto».
Nel frattempo ci sono stati i primi contatti tra Forza Italia e i futuri responsabili che passeranno dal M5S al Gruppo Misto. Di Maio non li conteggia eppure sono già una bella pattuglia. «Berlusconi - dice Di Maio - ora vorrebbe imbarcare anche i nostri candidati che non hanno restituito quanto dovevano al fondo per il microcredito. A Berlusconi dico: quasi tutti hanno già firmato il modulo con cui si impegnano a non accettare la candidatura. Quindi non potrà fare i suoi giochetti». Ma sulla validità di quella firma, com'è noto, ci sono mille dubbi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
