Eurogruppo, al vertice la colomba Centeno Monito all'Italia sui conti

Martedì 5 Dicembre 2017
IL SUMMIT
BRUXELLES È Il socialista indipendente Mario Centeno il nuovo presidente dell'Eurogruppo: 51 anni, economista con dottorato ad Harvard, professore universitario, alcuni anni alla banca centrale portoghese e poi da fine 2015 ministro delle finanze del governo Costa. Un governo socialista di minoranza con l'appoggio esterno di Blocco di sinistra, partito comunista ed ecologisti, alla guida di un paese considerato in Europa «una storia di successo» dei salvataggi finanziari. Nelle due votazioni a metà pomeriggio, sono via via saltati gli altri candidati: l'ex campionessa di scacchi lettone Dana Reizniece-Ozola (centro-destra) e lo slovacco Peter Kazimir (socialista su posizioni filotedesche), poi il lussemburghese Pierre Gramegna (liberale). Sostenuto in prima battuta da Italia, Francia, Spagna, Germania, Grecia, Malta, Centeno ha ottenuto poi un consenso più ampio.
Supercauto il ministro portoghese: «Non mancano le idee per rafforzare l'unione monetaria, dobbiamo prendere decisioni nel consenso per assicurare una crescita inclusiva e far finire un periodo molto difficile». Il periodo molto difficile ha un nome: austerità. Ma Centeno quella parola non la pronuncia: che sia catalogabile nella categoria delle colombe contrapposte ai falchi che interpretano in modo inflessibile le regole sui bilanci, è un fatto, ma è anche un fatto che lui stesso non intende passare per il Varoufakis della penisola iberica. Comunque la sua è una sensibilità diversa da quella di Dijsselbloem.
GLI OBIETTIVI DI BILANCIO
Il ministro Padoan dice che Centeno «sarà il presidente di tutti i ministri delle finanze della zona euro». Non di una parte. Se cambieranno le politiche dell'Eurogruppo si vedrà, ma nulla si muoverà finora a quando a Berlino non ci sarà un governo stabile.
Intanto, l'Eurogruppo ha confermato I giudizi della Commissione sui bilanci 2018. L'Italia, dicono i ministri, rischia di non rispettare il patto di stabilità nel 2018, come altri paesi. A «prima vista non rispetterà la regola di riduzione del debito». Di qui l'invito a «considerare tempestivamente le necessarie misure aggiuntive per fronteggiare» tale rischio. L'uso del termine «considerare» non è scelto a caso: non ha lo stesso valore di varare, decidere. In questo modo, si sdogana la scelta della Commissione di rinviare il giudizio definitivo a maggio. Però si prende di mira il debito: preoccupa «il ritmo lento di riduzione in alcuni Stati e il limitato aggiustamento di bilancio in termini strutturali atteso nel 2018». Conclusione: «Il focus sulla riduzione del debito è parte integrale del patto di stabilità». Padoan ribadisce che l'Italia è «in linea con quanto concordato» con la Ue. Il ministero dell'Economia ricorda che «la Commissione ha riconosciuto la correzione strutturale dello 0,3% idonea» e che l'Eurogruppo «ha adottato la stessa impostazione». Quanto all'invito a «considerare eventuali ulteriori misure per raggiungere gli obiettivi indicati nei progetti di bilancio, l'Italia ritiene che le misure adottate nella legge di bilancio siano adeguate ad ottenere la correzione strutturale dello 0,3% e lo potrà dimostrare nei tempi dovuti».
A.P.S.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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