Colleghi e collaboratori commemorano il giudice Francesco Saverio Pavone

Mercoledì 2 Settembre 2020
Colleghi e collaboratori commemorano il giudice Francesco Saverio Pavone
IL RICORDO
MARCON Si terrà venerdì 4 settembre, nella Chiesa dei Santi Patroni d'Europa Benedetto Cirillo e Metodio (la Chiesa Nuova di Marcon), alle 17.30, la commemorazione ufficiale per l'improvvisa scomparsa del giudice Francesco Saverio Pavone, deceduto dopo aver contratto il Covid-19, lo scorso 16 marzo.
Si tratta della prima commemorazione pubblica per un magistrato che ha segnato la storia recente del Veneto con le sue inchieste sulla criminalità organizzata. Alle esequie seguite immediatamente alla morte, infatti, avevano potuto partecipare solo la moglie e due delle tre figlie una era bloccata in Sardegna, dove vive - e questa è l'occasione per tutti di ricordare Pavone. Lo faranno amici e colleghi, ma anche poliziotti, carabinieri e finanzieri che con il magistrato hanno lavorato in questi anni. Del resto la signora Amelia Vargiu Pavone è stata inondata di lettere di tanti che avevano conosciuto e apprezzato un magistrato che, prima di tutto, era un uomo giusto, rispettoso di tutti, ma inflessibile.
PROCESSO ALLA BANDA MANIERO
Francesco Saverio Pavone è rimasto nella storia recente del Veneto per il maxi-processo alla banda del Brenta di Felice Maniero. Sua l'intuizione di applicare alla gang un metodo di lavoro completamente nuovo, che consisteva nel riunire in un unico processo tutti i reati che riguardavano la banda, applicando per la prima volta nella storia del Nord Italia il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso che, di fatto, aveva portato al pentimento di Maniero e allo smantellamento della gang, che per quasi vent'anni aveva tenuto sotto controllo il Nordest, mettendo a segno centinaia di rapine e spacciando tonnellate di eroina e cocaina.
Nato a Taranto nel 1944, Pavone era andato in pensione nel 2016, da procuratore capo di Belluno. È morto il 16 marzo 2020, all'ospedale all'Angelo, dopo aver combattuto per tre settimane contro il Coronavirus.
INSTANCABILE
Instancabile lavoratore, capace di condurre con lucidità interrogatori fiume di ore e ore, anche nel cuore della notte e fino all'alba, dotato di una memoria prodigiosa in grado di fare concorrenza ad un computer di ultima generazione, Pavone si era scritto da solo, a mano, con la sua immancabile penna stilografica caricata ad inchiostro verde, anche la sentenza ordinanza di 800 pagine che aveva segnato l'inizio della fine di Maniero e della sua banda. Adesso la penna stilografica è nel suo studio, a casa sua, a Marcon, e la moglie la utilizza per scrivere nel bloc-notes di pelle verde che Pavone aveva appena comperato e che il magistrato non è riuscito ad utilizzare, per raccogliere memorie e pensieri e per superare un lutto che l'ha profondamente segnata anche perchè improvviso.
GRATITUDINE
Del resto, se il ricordo positivo di Pavone è ancora tanto vivo in chi lo ha avuto come collega, amico o conoscente ma anche come giudice inquirente - questo ricordo è indelebile in chi ha condiviso con Franco Pavone una vita consacrata da un amore perfetto. «Mi consola dirà in chiesa Amelia Vargiu Pavone il pensiero che Franco mi ha lasciato una grande eredità, tre figlie meravigliose che mi sono vicinissime e che si preoccupano costantemente della mia salute e della mia solitudine. E' un dono meraviglioso del quale gli sono grata. Così come gli sono grata per le tante persone, alcune nemmeno le conoscevo, che mi hanno scritto decine di lettere che mi fanno sentire Franco sempre vicino».
Al ricordo di Pavone seguirà la messa, che sarà intermezzata da brani al pianoforte suonati da Antonio Caputo, il figlio di uno dei collaboratori più vicini al magistrato.
Maurizio Dianese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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