SANITÀ
VENEZIA Dopo il richiamo degli specialisti andati in pensione e l'ingaggio

Mercoledì 22 Gennaio 2020
SANITÀ
VENEZIA Dopo il richiamo degli specialisti andati in pensione e l'ingaggio dei neo-laureati in Pronto Soccorso e Area Internistica, la Regione prova a mettere un altro tampone all'emorragia di camici bianchi in Veneto. Ieri a Palazzo Balbi è stato sottoscritto un accordo con le Università di Padova e Verona, e con le rispettive Scuole di Medicina, che prevede l'assunzione di 197 specializzandi dei due atenei, e in prospettiva di altri 120 provenienti dal resto d'Italia, già dal quarto anno di corso, con un contratto da 32 ore alla settimana e uno stipendio netto di 2.300 euro mensili, in modo che possano svolgere il 75% della loro formazione negli ospedali delle varie province, dove in forza di una seconda intesa sarà garantita la rotazione degli studenti in tirocinio nei reparti più sofferenti. «Con questa storica firma ha sottolineato il governatore Luca Zaia diamo una risposta alla carenza di 1.300 nelle nostre corsie ma segniamo anche un cambiamento culturale, perché diffondiamo l'accademia sul territorio».
I DUE DOCUMENTI
Il primo documento prevede che, sulla base di una norma contenuta nel decreto Calabria, gli specializzandi del penultimo e dell'ultimo anno possano partecipare ai concorsi banditi da Azienda Zero ed essere collocati in una graduatoria separata, a cui le Ulss fino al 31 dicembre 2021 attingono quando non ci sono sufficienti specializzati per coprire i posti banditi, come capita spesso (ed è recentemente accaduto con la selezione per l'Urgenza-Emergenza: 80 disponibilità ma solo 3 candidati). Il contratto è a termine: scade con il conseguimento del diploma di specializzazione, quando però può essere trasformato in un rapporto a tempo indeterminato. Con questo schema sono stati finora ingaggiati 7 specializzandi, ma ne sono disponibili altri 190 nelle Università di Padova e Verona, più 120 negli atenei di altre regioni con cui dovrà essere stretto un patto analogo. «Ulteriori ampliamenti sono poi previsti dal Patto nazionale per la salute ha spiegato l'assessore Manuela Lanzarin che proroga questo tipo di assunzioni a tutto il 2022 e lo estende agli specializzandi del terzo anno».
Il secondo testo prescrive la rotazione degli specializzandi nelle strutture del sistema sanitario regionale e quindi all'esterno dell'ambiente universitario. L'obbligo varrà in particolare per le 13 specialità su 47 che patiscono maggiormente la mancanza di medici, malgrado l'impegno ribadito da Zaia «ad incrementare le borse di studio»: Anestesia, rianimazione e terapia intensiva e del dolore; Chirurgia generale; Geriatria; Ginecologia e ostetricia; Malattie dell'apparato cardiovascolare; Medicina di emergenza e urgenza; Medicina interna; Neurologia; Oncologia medica; Ortopedia e traumatologia; Pediatria; Psichiatria; Radiodiagnostica.
LA DISTENSIONE
Con questa operazione si distendono, almeno parzialmente, i rapporti fra Regione e sindacati. Dopo aver impugnato le delibere su pensionati e neo-laureati, Anaao-Assomed plaude all'accordo con le Università, rivendicando di averlo proposto «a più riprese» in passato («Quanto tempo perso», punge il M5s): «È la soluzione di maggior garanzia e tutela per la salute dei cittadini poiché non mette a rischio la sicurezza e la qualità delle cure». Ha confermato Domenico De Leo, presidente della Scuola di Verona: «Vengono scelti gli specializzandi con giudizio di alta capacità di autonomia, che comunque restano sempre sotto controllo dei tutor». A convincere la categoria sono anche le condizioni contrattuali, come ha rimarcato Stefano Merigliano, numero uno della Scuola di Padova: «Sono previste pure le indennità di posizione e di risultato, questi giovani maturano già la pensione».
Entusiasti i rettori: «La presenza degli specializzandi fuori dalle sedi formative principali in Veneto era già un processo in atto, ma ora diventa sistema», ha rimarcato Rosario Rizzuto (Padova); «Ci confermiamo una regione-pilota che potrà essere un modello anche per le altre», ha aggiunto Pier Francesco Nocini (Verona). Fra i due atenei è pace fatta, infine, anche sulla futura Scuola di Medicina a Trento: sarà una collaborazione a tre, sebbene quella del Bo sarà effettiva solo dall'anno accademico 2021/2022.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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