LA GRANDE OPERA
VENEZIA In missione a Roma, tra il ministero delle Infrastrutture

Martedì 3 Marzo 2020
LA GRANDE OPERA
VENEZIA In missione a Roma, tra il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e la Ragioneria della Stato, alla ricerca dei soldi necessari a completare il Mose. Ieri il commissario straordinario, Elisabetta Spitz, e il provveditore alle opere pubbliche del triveneto, Cinzia Zincone, hanno iniziato una due giorni che dovrebbe essere decisiva per uscire (o meno) dalla stallo in cui è precipitata la grande opera. Il Consorzio Venezia Nuova non ha più soldi in cassa: né per pagare le imprese, né per pagare i propri dipendenti. Oggi è in programma un altro test di sollevamento delle dighe mobili alla bocca di porto del Lido, ma che rischia di essere l'ultimo. Oggi, infatti, scade anche l'ultimatum delle imprese consorziate che minacciano di bloccare i lavori, se non saranno pagate, test compresi. Il tutto in un clima di tensione, tra i due vecchi amministratori del Cvn, Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, e il commissario Spitz, con il prefetto di Roma che ha appena nominato l'ennesima collegio di verifica sulla gestione commissariale del Cvn, dopo le criticità segnalate dall'ultimo amministratore nominato, Vincenzo Nunziata.
TROVARE I SOLDI
In questo quadro l'imperativo per Spitz resta trovare fondi da sbloccare. Ed ecco la missione di ieri, che pare abbia dato i primi frutti. Il problema non sono gli stanziamenti per la grande opera, che non mancano, ma la disponibilità di cassa del Cvn in esaurimento. Una crisi di liquidità legata al fatto che negli ultimi anni di gestione commissariale i lavori sono andati a rilento, così si è inceppato anche il meccanismo dei trasferimenti da parte del Provveditorato, che avvengono sulla base degli stati di avanzamento dei lavori. Niente lavori, niente soldi. Alla fine il Cvn si è ritrovato a pagare con i fondi destinati alle imprese le sue spese fisse, che si aggirano sui 25 milioni l'anno.
Una delle criticità segnalate dal neo amministratore Nunziata, insieme a quella delle consulenze. Ora sarà il collegio interistituzionale (con funzionari di Anac, Ragioneria dello Stato, Mit) ad esaminare questa situazione contabile. Ma intanto bisogna trovare i soldi per non fermare la conclusione del Mose. Come? Spitz punta a velocizzare alcune procedure, all'interno delle regole della contabilità dello Stato, magari con lo spostamento di certi fondi da un capitolo di spesa all'altro per renderli immediatamente utilizzabili. Quanti soldi arriveranno grazie a queste operazioni, il commissario si è impegnata a comunicarlo già oggi ai sindacati confederali. E sempre per oggi è in programma un incontro tra Spitz, Zincone e i tre amministratori Fiengo, Ossola e Nunziata.
L'ATTESA E LA TENSIONE
Incontri attesi anche dalle imprese consorziate per decidere il da farsi rispetto al loro ultimatum. Hanno fatture scadute per milioni, di cui ora pretendono la liquidazione. A gennaio avevano minacciato di fermare tutto a fine febbraio, se non arrivavano i soldi. Scadenza slittata di qualche giorno, proprio in attesa della missione romana del commissario e della riunione con gli amministratori. E ad attendere ci sono anche i dipendenti del Consorzio e delle collegate Comar e Thetis. In tutto 250 persone, che rischiano di restare senza stipendio. In cassa del Cvn ci sarebbe poco più di un milione, sufficiente a pagare solo una mensilità. La settimana scorsa Fiengo ed Ossola, con una lettera ai sindacati, avevano chiesto la cassa integrazione da marzo. Una mossa a sorpresa, che aveva fatto indispettire la Spitz. Intanto i pagamenti degli stipendi di febbraio sono slittati ai primi di marzo. E ieri ai dipendenti è arrivata un'ulteriore comunicazione sui buoni pasto, con il consiglio di non usarli, perché in caso di cassa integrazione, dovranno restituirli. Messaggi poco rassicurati e tra il personale cresce la sensazione di essere usato in una guerra di tensione. Non il clima migliore per una struttura che si sta occupando dei test di sollevamento, che per ora proseguono. Oggi si alzeranno le paratoie di San Nicolò. Per il 30 giugno dovrebbe alzarsi tutto il sistema. Ma tutto dipende dai soldi. Intanto è slittato anche il Comitatone su Venezia, stavolta per colpa del coronavirus. Doveva tenersi questa settimana, sarà per la prossima. Forse...
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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