Donazzan al ministro Azzolina «Scuola, siamo fuori tempo»

Giovedì 6 Agosto 2020
LA POLEMICA
VENEZIA «Siamo a meno di un mese dalla riapertura delle scuole ed al momento non c'è ancora nulla di certo. Non è chiaro il riparto degli organici, per quanto tempo ci sarà la copertura finanziaria per sostenere il numero di docenti necessari per sopperire alle indicazioni dettate dalle linee guida Covid, non è stata ancora data risposta relativamente al materiale di arredo, ovvero in che tempi questi banchi saranno consegnati a chi ne ha bisogno». Lo dice l'assessore veneto all'Istruzione e Formazione Elena Donazzan che ha incontrato il ministro Lucia Azzolina per discutere di organici e di riapertura scuole.
«Nessun passo in avanti per quanto concerne il problema dei trasporti che così come è stato immaginato il piano è semplicemente inattuabile», secondo l'assessore regionale, che ha «chiesto specificatamente che i docenti siano ripartiti con criteri oggettivi: il ministro si è limitata a rispondere che dobbiamo fidarci dei dirigenti del Ministero. Infatti, io mi fido moltissimo del nostro dirigente dell'Ufficio scolastico regionale che dopo un monitoraggio puntuale fatto con i dirigenti degli istituti del Veneto ha quantificato la reale necessità riassumibile in 3.900 unità aggiuntive di personale docente e 2.800 figure con qualifica di personale Ata».
REGIONI CONTRO
E qui c'è anche la polemica con le altre regioni: «Come mai allora alcuni chiedono 14mila, 17mila docenti in più? Queste richieste arrivano da quelle Regioni dalle quali spesso provengono i docenti in esubero, che poi trovano spazio nei nostri istituti».
La rinuone di ieri quindi «rimane del tutto insoddisfacente la riunione odierna, giunta tardivamente rispetto alle scadenze delle riaperture delle scuole e anche inutile per certi aspetti, perché tutto il lavoro vero lo stanno facendo gli Usr e i tavoli regionali. Il ministro è fuori tempo massimo sia per le soluzioni che ancora non ha trovato, sia per i rapporti con le Regioni, incontrate due sole volte. La mia preoccupazione cresce con il passare del tempo, perché restano diverse questioni ancora irrisolte: il problema del trasporto scolastico dei ragazzi, l'incombenza dei dirigenti scolastici che si trovano a dover organizzare il calendario delle lezioni senza avere il numero esatto dei docenti e delle relative materie, infine la partita delle scuole paritarie, alle quali il ministero praticamente non ha ancora pensato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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