Parisi a cena da Berlusconi «FI perno dei moderati»

Martedì 26 Luglio 2016 di Il probabile "commissario" del partito incontra il Cav per discutere il manifesto politico che apre ai centristi. Ira di Salvini, infastidito dalla visita di Bossi a Silvio
Appuntamento ad Arcore. Per iniziare a costruire la piattaforma liberal-popolare. E poi? Si vedrà, non c'è fretta per capire chi vorrà e potrà salire sulla piattaforma. Inizio settimana impegnativo per Silvio Berlusconi. Ad aprire la giornata la solita colazione del lunedì, quella con la figlia Marina, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, l'amministratore delegato Pasquale Cannatelli e l'avvocato Nicolò Ghedini. E in serata cena con Stefano Parisi e il suo ristretto staff.
C'è un filo azzurro che lega i due appuntamenti a tavola: la famiglia e l'azienda vedono (molto) favorevolmente l'impegno di Parisi, il suo equilibrio e la discrezione con la quale si muove. Parisi ricambia e anche da un confronto con Confalonieri sarebbe nata la decisione di non chiedere le dimissioni di Renzi, in caso il premier venisse sconfitto nel referendum di ottobre. Queste le premesse che hanno introdotto il primo appuntamento tra il leader di Forza Italia e l'uomo scelto per diventare il “commissario straordinario” del partito. Meglio, è stata la prima occasione per discutere insieme il documento elaborato da Parisi due settimane fa.
Un manifesto politico molto apprezzato da Berlusconi, sicuramente meno dalla maggioranza degli esponenti del suo partito. Critici Paolo Romani e Renato Brunetta, capogruppo di Senato e Camera. Critico, apertamente, Giovanni Toti, governatore della Liguria, ultimo “delfino” di Berlusconi. Ma il Cav ha deciso di andare avanti, ha rimandato i più drastici cambiamenti a settembre, ribadendo che la scelta di Parisi è una decisione che non va più discussa.
E infatti ecco la conferma dell'incontro di ieri sera, che arriva al termine di una settimana molto impegnativa per l'ex candidato sindaco di Milano: le prime interviste, le anticipazioni sul programma della “piattaforma di governo liberal-popolare”, l'ampio risalto ottenuto dal suo progetto anche sulla stampa internazionale e (soprattutto) i primi incontri pubblici. È anche da questi ultimi passaggi che si inizia a definire concretamente verso quale direzione si muovono le idee di Parisi. Che venerdì sera era a Taormina, dove è intervenuto alla Summer School organizzata da Maurizio Lupi, ex ministro Ncd. Qui il “commissario” designato ha ribadito di superare il centro-destra e di parlare di un nuovo soggetto “liberal popolare”. Ne ha parlato con i presenti, con Lupi, ma nessun incontro con Angelino Alfano. Non è un dettaglio trascurabile, anzi.
Su Alfano è già arrivato il veto “irremovibile” di Matteo Salvini, segretario leghista. E un riavvicinamento del ministro al centrodestra non è gradito neanche a Silvio Berlusconi. Elemento superato da Parisi, che “vuole parlare alla gente”. E la Lega? Salvini sembra in difficoltà, teme che il progetto possa riaccendere l'opposizione dei fedelissimi di Umberto Bossi. Il segretario non avrebbe gradito l'incontro di venerdì, ad Arcore, tra Berlusconi e Bossi. Due vecchi leader? “No, due fondatori”, direbbe Parisi.
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