Migranti, Berlino ammette: abbiamo ignorato il problema

Giovedì 1 Settembre 2016
Un anno fa era il "ce la possiamo fare" di Angela Merkel, ieri, a Maranello, come già dieci giorni fa a Ventotene, il nuovo mantra è "ce la possiamo fare, sì, ma a livello europeo, insieme, insieme sui rimpatri, sulle registrazioni all'ingresso, sulla protezione dei confini esterni, e soprattutto sulla cooperazione internazionale" sugli aiuti in casa loro, o, meglio, sul migration compact.
Angela Merkel e Matteo Renzi confermano così l'unica via percorribile, quella che può andare bene sia in Germania, dove l'anno prossimo la Cancelliere affronta non facili elezioni, sia in Italia, dove le uniche soluzioni praticabili per la gestione degli arrivi sono quelle "comuni" e "comunitarie", e sia a Bratislava, dove al Vertice del 16 settembre si dovrà affrontare la linea molto meno conciliante dei paesi "piccoli" dell'Est, capeggiati dalla presidenza di turno slovacca, che poco vogliono sentir parlare di "solidarietà" europea, e ancora meno di direttori o troike.
Angela Merkel aveva preparato il terreno. Prima di arrivare a Maranello aveva annunciato un ammorbidimento o comunque la necessità di una gestione più cooperativa: sulla questione degli sbarchi e dell'accoglienza dei migranti in Europa, Merkel ha ammesso "errori" e "ritardi" da parte del suo governo. "Noi tedeschi, ha detto, abbiamo ignorato il problema per troppo tempo. Già nel 2004-2005 cominciavano ad aumentare gli sbarchi, ma abbiamo lasciato che affrontassero il problema da soli i paesi alle frontiere alle esterne. Visto l'elevato numero di profughi accolti durante le guerre nella ex Jugoslavia, la Germania è stata molto felice che fossero altri a gestire il problema".
Oggi Berlino, dopo il milione di rifugiati accolti nell'ultimo anno, sembra più propensa a fare gioco di squadra. Anche se con le dovute regole: "Quando si tratta di registrazioni – ha detto ieri Merkel a Maranello – si può agire in modo bilaterale, e anche sui rimpatri. L'importante è che ci sia una registrazione buona e si osservino bene gli aspetti della sicurezza". Responsabilità, queste, che spettano al primo paese d'ingresso. Renzi ha rilanciato: "L'Europa deve provvedere insieme ai rimpatri di coloro che non hanno diritto, compito che l'Unione deve assolvere con più determinazione". Almeno a parole, l'incontro di Maranello ha sancito convergenze di vedute da portare a Bratislava: "Abbiamo parlato dei migranti – ha concluso ieri Merkel – e penso ci sia una grande collaborazione tra i nostri due paesi, sulla registrazione l'Italia ha fatto passi avanti soddisfacenti e lavoriamo insieme per i rimpatri. Dobbiamo tenere conto degli aspetti umanitari ma chi non ha diritto deve tornare a casa". Renzi ha confermato, estendendo il concetto al suo piano di azione "strategico" per l'Africa, il famoso "migration compact": "Chi non ha diritto a restare non deve soltanto essere riaccompagnato a casa, ma deve essere inserito in un progetto europeo in cui l'Ue si fa garante che possano trovare nel loro paese un progetto che gli permetta di tornare a casa, in condizioni di sicurezza".
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