I compagni negano le chiavi della sede al commissario

Giovedì 2 Aprile 2015
MESTRE - Lunedì si è presentato a Mestre, davanti alla sede regionale di Rifondazione comunista, chiedendo le chiavi. «Non ti riconosciamo», è stata la risposta. Ieri doveva tenere una conferenza stampa nella sede della sezione "Sette Martiri" a Castello, in centro storico: un'ora prima che arrivassero i cronisti l'appuntamento è stato disdetto. Motivo: il segretario della sezione si è rifiutato di aprirgli la sede. Così Maurizio Acerbo, mandato da Roma a fare il commissario del Prc di Venezia, ha dovuto limitarsi a un comunicato stampa, firmato assieme al segretario regionale Paolo Benvegnù.
Ma i compagni di Venezia - dove Rifondazione conta 590 iscritti sui 1350 del Veneto - sono pronti anche alle carte bollate. Come hanno spiegato il consigliere regionale Pietrangelo Pettenò e Sebastiano Bonzio, i compagni veneziani contestano il commissariamento: «È un commissariamento politico». Venezia ha deciso di appoggiare la candidatura di Alessandra Moretti in Regione dopo che è stata raggiunta una intesa sul programma e sostenendo che questa può essere la volta buona per sconfiggere la Lega. Ma il partito nazionale è contrario ad accordi con il Pd di Renzi. Il commissariamento - hanno spiegato Acerbo e Benvegnù - è dovuto al fatto che a Venezia si sono rifiutati di fare il sondaggio tra gli iscritti. A Venezia replicano che da Roma avevano mandato 10 commissari per controllare il voto contro i 4 per il resto della regione. Acerbo e Benvegnù: «Questa situazione esige che sia fatta chiarezza e vengano ristabilite le più elementari regole democratiche e di correttezza». A Venezia, per nulla impressionati, hanno già chiamato l'avvocato. (al.va.)

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