DONNE
PORDENONE Partita da Pordenone è arrivata fino alle stanze del Parlamento

Mercoledì 31 Gennaio 2018
DONNE
PORDENONE Partita da Pordenone è arrivata fino alle stanze del Parlamento Europeo, grazie all'interessamento dell'europarlamentare pentastellato Marco Zullo, la barbara pratica delle spose bambine, oggetto della risoluzione per l'eliminazione del matrimonio infantile, è stata approvata il 4 ottobre scorso da tutte le forze politiche. Un risultato frutto dell'impegno, in primis, dell'associazione Neda Day di Pordenone, presieduta da Taher Djafarizad, che meritava una festa, alla quale hanno partecipato le associazioni del territorio impegnate su questi temi, compresa la violenza sulle donne e la promozione del rispetto e della valorizzazione delle differenze. La serata, svoltasi a Cinemazero (sempre in prima linea su questi temi), ha visto la proiezione di diversi filmati, tra cui il documentario realizzato in Ciad dalla giornalista pordenonese Giulia Calligaro, un concerto di musica persiana su strumenti originali e la consegna delle borse di studio intitolate a Neda Agha Soltan, premio istituito 5 anni fa dal Comune di Pordenone in collaborazione con l'Associazione Neda Day, che punta l'attenzione sulla condizione delle donne nella società. Il primo premio, di 2mila euro, è stato assegnato a Guglielmina Scutiero di Angri, in provincia di Salerno, il secondo, di mille euro, a Clelia Maria Dri di Fiume Veneto.
Per l'occasione l'assessora Guglielmina Cucci ha confermato il sostegno del Comune alle iniziative e alle azioni volte ad affermare il rispetto della donna nella società civile, evidenziando come Pordenone si riveli all'avanguardia su questi temi, grazie anche alla sensibilità e al lavoro di numerose associazioni cittadine, impegnate contro la violenza sulle donne e contro il suo substrato culturale, promuovendo l'immagine equa e rispettosa della donna, tra cui figurano l'associazione In prima persona e Carta di Pordenone. A ricordare alcune storie di bambine vittime dei matrimoni precoci ci ha pensato Djafarizad, chiamandole finalmente col loro nome: stupro legalizzato. Storie crudeli che privano le bambine della loro infanzia e dell'istruzione, facendone di fatto inermi schiave sessuali di coloro che le comperano, delegandole a soddisfare i propri bisogni sessuali, a procreare e occuparsi della casa e della famiglia. Ma ha anche ricordato la possibilità di riscatto attraverso azioni legali e di cambiamento, grazie a un impegno legislativo che è solo all'inizio, perché ora gli stati membri dell'Europa dovranno legiferare al riguardo. Marco Zullo ha sottolineato come i Paesi europei possano fare molto, sia nel proprio ambito nazionale, sia a livello internazionale, facendo pressioni sugli stati in cui queste pratiche sono diffuse e accettate, inserendo apposite clausole negli accordi commerciali. A rimarcare che il cammino dei diritti delle donne e della loro effettiva parificazione con l'uomo non è mai scontato, nemmeno in Occidente, ci pensano invece le due tesi premiate. Guglielmina Scutiero ha studiato l'apporto della politica democristiana Franca Falcucci, senatrice e poi ministra, alla riforma del diritto di famiglia negli anni Settanta, per parificare legislativamente uomo e donna. Clelia Maria Dri ha analizzato la storia dell'esclusione delle donne dalle accademie e dalle professioni intellettuali più prestigiose e di come questo abbia generato stereotipi che ancora oggi influenzano la società. Altra analisi è stata dedicata alla logica dualistica che ha creato un rigido sistema di categorie (maschile/femminile; logica/emozione ecc), limitante. Sul sito di Cinemazero si può aderire alla campagna di sensibilizzazione #StopSposeBambine pubblicando un selfie in cui viene mostrato l'anello distribuito nel corso della serata o scaricato dal sito.
Clelia Delponte
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