Buongiorno Direttore,
sono un medico di 75 anni, laureata anche in legge. Le

Mercoledì 14 Aprile 2021
Buongiorno Direttore,
sono un medico di 75 anni, laureata anche in legge. Le varie rimodulazioni della campagna vaccinale stanno creando grossi problemi . Mia figlia, 47 anni, psicologa, residente a Roma , è stata dal suo Ordine convocata per la vaccinazione il 15 febbraio scorso, come appartenente a categoria prioritaria. A fine mese sarà imminente la chiamata per la seconda dose, ma verrà vaccinata solo perché si tratta del richiamo. Se infatti fosse la prima dose, di certo non sarebbe stata convocata perché la sua, ad oggi, non è più una categoria prioritaria. Altra situazione invece quando, a metà marzo, in Veneto si sono aperte le prenotazioni on line. Allora mi sono affrettata a prenotare mio figlio, avvocato di 45 anni e residente a Dolo: prenotazione riuscita. Ma neppure 2 giorni dopo, inizia la storia infinita dei 3 avvocati di Mirano che, dopo regolare prenotazione on line, erano stati vaccinati, usurpando così il diritto di 3 persone anziane a ricevere il vaccino. E, addirittura il loro Ordine professionale minacciava provvedimenti sanzionatori. Mio figlio ha pensato bene di disdire la prenotazione ma la perplessità rimane. Adesso le categorie degne di attenzione per i rischi che corrono non esistono più. Categorie che invece, secondo me, meritano di essere vaccinate prima degli altri proprio perché entrano in contatto con tante persone, più di quanto possa trovarsi un ottantenne.
Marina Bonacina
Dolo (Venezia)

Cara lettrice,
ci sono certamente persone di 40-50 anni che entrano in contatto con più persone di quanto normalmente accada a un ultra 75enne. C'è però una piccola differenza: i primi, nella grande parte dei casi, rischiano solo di ammalarsi, gli altri assai più spesso di morire. Da questo punto di vista le statistiche non lasciano dubbi. Del resto se oggi nelle terapie intensive ci sono più 60enni che ultra 75enni è proprio per questo: non solo perché le varianti del virus colpiscono di più i giovani, ma perché molti dei più anziani, grazie alla vaccinazione, sono stati immunizzati e sono più protetti anche dalle varianti maggiormente aggressive.E se oggi in Italia si continua a morire di Covid più che in altre nazioni è quasi certamente anche per questo motivo: perché invece di proteggere subito i soggetti più fragili e a rischio, si sono vaccinati troppe altre persone che certamente hanno il diritto di essere immunizzate ma non prima di chi, se contagiato, è maggiormente esposto al pericolo di morte. Lei ha ragione quando afferma che sui criteri della campagna vaccinale è stata fatta molta confusione. Lo abbiamo già detto: aver introdotto il generico concetto di categorie essenziali (e chi non lo è o non si considera tale?) come criterio di priorità per le vaccinazioni, ha aperto la strada a interpretazioni sbagliate e ad abusi di vario genere. Sia chiaro: non necessariamente chi è già stato vaccinato pur non essendo un operatore sanitario o non avendo un'età critica e' da considerarsi un furbetto. Talvolta ha solo colto, del tutto lecitamente, un'opportunità. Ma bisogna aver chiaro che la priorità vera è proteggere innanzitutto chi per il Covid rischia maggiormente la vita, non il semplice contagio. Anche la ripresa delle attività economiche e della vita normale, come ha detto anche Mario Draghi, passa da qui.
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