Baby squillo, i racconti disperati delle ragazzine: «I suoi giochi erotici erano una tortura»

Sabato 13 Settembre 2014 di Valentina Errante e Paola Vuolo
Baby squillo, i racconti disperati delle ragazzine: «I suoi giochi erotici erano una tortura»
«Usava giocattoli erotici. Per me era una tortura, sentivo molto dolore, piangevo, gli dicevo basta, ma lui mi diceva che il dolore sarebbe passato, e avrei guadagnato 15.000 euro». È il drammatico racconto di una delle ragazzine che sperava di sfondare grazie agli scatti di Furio Fusco, il fotografo dell’agenzia di modelle arrestato lo scorso 8 luglio dai carabinieri del nucleo Investigativo di via In Selci e adesso destinatario di una nuova ordinanza di misura cautelare.



I VERBALI

Nel documento, in cui il gip Giulia Proto gli contesta la violenza sessuale aggravata, la prostituzione minorile e la produzione e detenzione di materiale pedopornografico, ci sono tante testimonianze simili: «Io non volevo - ha detto un’altra ai pm - ma questo era il prezzo da pagare per potere lavorare nel mondo della pubblicità. Quel giorno ho pianto tutte le mie lacrime, è stata un’esperienza terrificante durata tre ore. Dopo, per moltissimo tempo, non sono più andata nella sua agenzia, non volevo vederlo. E non ho mai neppure avuto i 15.000 euro del catalogo».



«La prima volta che sono andata nella sua agenzia mi ha chiesto di fare delle foto a seno nudo», racconta una tredicenne, «ho cercato di dirgli di no. Ma il fotografo è riuscito a convincermi. Con il tempo le sue richieste diventavano sempre più audaci, voleva farmi foto di nudo integrale. Gli ho detto che mi sembrava eccessivo, e lui mi ha risposto che avrei potuto guadagnare fino a 7000 euro». La ragazzina ha partecipato ad alcuni spot pubblicitari, e dice anche che Fusco le aveva consigliato di non dire la sua vera età, ma di aumentarsi gli anni. «Quando ti presenti ai casting devi dichiarare di avere 16 anni, è importante». E Fusco rassicurava a suo modo quelle ragazze: le immagini di autoerotismo erano destinate solo a i clienti «sicuri». «Mi aveva detto che quel book si poteva vendere agli arabi o ai giapponesi. E mi aveva anche promesso di farmi lavorare con le televisioni e registi famosi».



L’INCHIESTA

Le accuse a Fusco arrivano anche dalla diciannovenne finita sul registro degli indagati per avere girato un video saffico con una ragazzina di 16 ani. Per lei, che ha sostenuto davanti ai pm di non essersi nemmeno posta il problema sull’età della partner, «non sapevo che era minorenne», la procura aveva chiesto l’arresto. Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Macchiusi non le hanno creduto, soprattutto a fronte di un messaggio su facebook, inviato a luglio scorso, dopo l’arresto di Fusco, alla ragazzina. Il nuovo filone dell’inchiesta è quello dei clienti vip ai quali Fusco avrebbe presentato le ragazze. Non solo per quel video, destinato a un dirigente della Rai in cerca di due ragazze da portare a Dubai, come la ragazza maggiorenne ha riferito al pm. Ma anche per il ruolo di un secondo fotografo, un professionista con studio ai Parioli, dove Fusco dirottava le ragazze. L’uomo avrebbe pagato per gli incontri fino a 1000 euro. Soldi inviati allo studio Fusco in contanti, o con assegni non intestati. L’indagine chiarirà se il fotografo dei Parioli conoscesse l’età delle ragazzine.



Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 00:14