Via ai nuovi dazi cinesi contro gli Usa nel mirino i prodotti ad alta tecnologia

Giovedì 9 Agosto 2018
Via ai nuovi dazi cinesi contro gli Usa nel mirino i prodotti ad alta tecnologia
IL CASO
NEW YORK Washington chiama e Pechino risponde. Nelle ultime ventiquattro ore le amministrazioni dei due paesi hanno rilanciato i termini della guerra commerciale con due nuove bordate di dazi. Gli Usa nella notte tra martedì e mercoledì hanno varato imposte del 25 su 16 miliardi di dollari di valore in beni importati dalla Cina. La lista comprende 279 prodotti: dalle motociclette agli olii di lubrificazione, da materiali chimici a componenti delle automobili, dagli schermi per televisori alle carrozze dei treni. Si tratta della seconda tranche dopo l'imposizione il mese scorso su 34 miliardi di valore, che totalizza ora i 50 miliardi minacciati da Trump a metà giugno. A questa cifra vanno poi aggiunti i 3 miliardi di valore in acciaio e alluminio, colpiti dal presidente statunitense all'inizio della campagna di attacco.I nuovi dazi entreranno in vigore il 23 di agosto, data per la quale la Cina ha confermato ieri l'applicazione di misure parallele contro 16 miliardi di importazioni dagli Usa. Nel mirino le moto i costosi suv e pickup in arrivo da Detroit, la fibra ottica, l'alta tecnologia e diversi lavorati dal petrolio. Per il ministro del Commercio di Pechino Zhong Shan la ritorsione è dovuta per «difendere la dignità nazionale». Il braccio di ferro tra le due potenze inizia ad avere un effetto misurabile sulle rispettive economie, ma i dati raccontano anche la complessità delle dinamiche legate agli scambi commerciali.
GLI EFFETTI
Le esportazioni cinesi negli Usa nel mese di luglio sono calate del 2,5% rispetto ai 41,5 miliardi di giugno, e le importazioni del made in Usa sono scese dell'1,5%. Gli Stati Uniti possono vantare di conseguenza una riduzione del 2,8% sul saldo nel confronto diretto. Ma la Cina ha anche agevolato una caduta del valore dello juan nel frattempo, che ha reso i suoi prodotti molto più appetibili nel mercato globale. Il risultato è un'impennata delle esportazioni del 12,2%, affiancata tra l'altro da una crescita delle importazioni del 27,3%. Diverse multinazionali che vendono i loro prodotti negli Usa hanno iniziato a chiudere gli impianti cinesi che provvedevano all'assemblaggio finale, ma nessuno ha contemporaneamente rimosso le filiere che producono componenti e sub assemblaggio. In sostanza gli stessi televisori, computer, telefonini, continuano ad alimentare l'economia cinese, e poi vengono spediti in uno stato terzo per l'assemblaggio finale e per l'immatricolazione, e per guadagnare l'esenzione dai dazi quando arrivano sulle coste degli Usa.
Flavio Pompetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci