Ilva, Emiliano infiamma lo scontro con Calenda

Sabato 9 Dicembre 2017
ROMA Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, riaccende la miccia delle polemiche con il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Dopo che quest'ultimo era sceso a Taranto e aveva convinto il sindaco della città, Rinaldo Menucci, a ritirare il ricorso contro il decreto ambientale del ministero dello sviluppo e a risedersi al tavolo della trattativa, Emiliano ha dato fuoco alle polveri. Il governatore, che ha chiaramente mostrato di non gradire il blitz di Calenda tanto da definire l'iniziativa una «scorrettezza istituzionale», intervistato ieri da TgNorba ha risposto a muso duro. Il ministro, ha detto, è «disperato» e il ricorso va avanti. «Resta in piedi - ha aggiunto ancora Emiliano - fin quando non saranno discusse le osservazioni».
La tesi del governatore è che Arcelor-Mittal, il gigante indiano che ha vinto la gara per l'acquisto dell'Ilva, non darebbe più ascolto a Calenda, perché avrebbe capito, sempre secondo Emiliano, che il governo non è l'interlocutore, e quindi ha «bisogno di tornare indietro rispetto a una sciocchezza che aveva combinato, ossia l'esclusione di Regione e Comune dalla trattativa». Se Calenda «farà saltare il tavolo», ha detto ancora il governatore pugliese, «se ne assumerà le responsabilità».
In realtà Calenda di far saltare il tavolo non ha nessuna intenzione. Anzi. Ieri ha ribadito che il prossimo incontro resta fissato per il 20 dicembre. Con chi? Con chi ci starà. Calenda ha detto di «non voler escludere nessuno. Sarei felice», ha aggiunto il ministro, «se partecipasse anche Emiliano, ma è ovvio che bisogna prima ritirare i ricorsi: non si può discutere contemporaneamente su un tavolo negoziale e in aula di Tribunale».
Si cammina su un filo di lana. La mossa del sindaco di Taranto, in realtà, avrebbe spiazzato Emiliano che con Menucci aveva costituito un fronte solido. Il rischio, per il governatore, è di trovarsi isolato, solo contro tutti. Per questo sarà fondamentale capire nelle prossime ore come si muoverà il sindaco di Taranto, se cioè si atterrà a quanto annunciato congiuntamente con Calenda, ossia il ritiro del ricorso e il ritorno al tavolo della trattativa, oppure se farà marcia indietro. Dal canto suo il ministro andrà avanti. Il tavolo dovrebbe tenersi a prescindere, con i sindacati, con le associazioni degli industriali e con chiunque ci starà. Anche perché la posizione della Regione è distante da quella del governo e da quella della stessa Arcelor-Mittal. Emiliano propone «di rifare l'altoforno 5 con tecnologia a gas e di continuare a far lavorare almeno fino al 2025 gli altri tre a carbone».
Andrea Bassi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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