IL RILANCIO
NEW YORK Sono passati 202 anni da quando Henry Brooks aprì il

Giovedì 13 Agosto 2020
IL RILANCIO
NEW YORK Sono passati 202 anni da quando Henry Brooks aprì il suo laboratorio di sartoria, primo negozio di quella che sarebbe diventata l'iconica catena di abbigliamento Brooks Brothers. Né la Guerra Civile de 1861, né la Grande Depressione degli anni Trenta, né due Guerre Mondiali avevano causato alla famosa catena problemi di sopravvivenza. Ma là dove le grandi crisi storiche non hanno avuto ricadute drammatiche, il coronavirus ha potuto causare il più grande danno sin dal 1818.
Lo scorso 8 luglio la società ha dovuto chiedere l'amministrazione controllata, come peraltro altre famose catene americane, anch'esse colpite a morte dal virus, come la Neiman Marcus, J. Crew, J.C. Penny, Ann Taylor. Ma Brooks Brothers non morirà. Sebbene snellito, e ridotto a 125 negozi contro gli attuali 200, il marchio resisterà grazie all'intervento di una coppia di investitori che hanno già salvato altri marchi. La Sparc Llc, formata dalla società Simon Property Group, la più grande proprietaria di centri commerciali negli Usa, e dalla Abg (Authentic Brand Group), una società di produzione e distribuzione globale, sborserà 325 milioni di dollari per rilevare la ditta dal precedente proprietario, la Retail Brand Alliance Inc che l'aveva comprata a sua volta nel 2001 dalla catena inglese Marks and Spencer. Dal 2001 dunque Brooks Brothers parlava italiano, essendo la Retail Brand Alliance Inc controllata da Claudio Del Vecchio, uno dei sei figli dell'imprenditore Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica. La gestione di Claudio Del Vecchio aveva ridato all'appassito marchio Brooks Brothers il lustro che durante la gestione inglese era andato perso. In occasione del duecentesimo anniversario del negozio, il New York Times dedicò un ammirato servizio all'imprenditore italiano, lodandolo per essere riuscito a dare nuova vita alla catena e aver riportato a bordo i vecchi clienti disamorati. Dai maglioni di cashmere italiani, ai blazer blu, alle camicie di nuovo cucite con cura e senza imperfezioni, il NYTimes appena due anni fa citava Del Vecchio come un esempio di imprenditoria intelligente e veloce. Ma i tempi hanno remato contro il marchio. Già era difficile tenere testa ai cambiamenti di stile, e al fatto che sempre di più gli uffici adottano uno stile casuale, a discapito della classica giacca-camicia-cravatta che era la divisa dei preppy degli anni passati. Ma poi è arrivato il coronavirus, che ha dato il colpo di grazia. I negozi hanno dovuto abbassare le saracinesche, e qui negli Usa abbiamo visto catene stimate e ammirate da decenni cedere sotto il peso della catastrofe. Alla fine è stata la volta anche di Brooks Brothers, lo scorso 8 luglio, quando è venuta la richiesta dell'amministrazione controllata. A quel punto è comparsa la Sparc Llc, un'accoppiata che ha già rilevato altri marchi in procedura di fallimento, come Aéropostale, Nautica, Forever 21. L'offerta di Sparc nell'asta per rilevare l'azienda era stata inizialmente di 305 milioni. La transazione deve essere approvata dal tribunale fallimentare, in un'udienza domani, 14 agosto. Nel frattempo Sparc ha aumentato l'offerta a 325 milioni. Una nota del gruppo assicura che l'acquisizione avverrà «secondo il principio della continuità aziendale» e inoltre che «gli offerenti intendono preservare l'iconico marchio Brooks Brothers».
Anna Guaita
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