«Così l'Ops su Ubi è pericolosa ma se Intesa vuole, trattiamo»

Sabato 4 Luglio 2020
LA DELIBERA
ROMA Ubi Banca boccia l'offerta di Intesa Sanpaolo, perché «non concordata» e non «conveniente per gli azionisti». «Intesa vuole eliminare un concorrente senza però modificare la sua posizione in Europa», è l'attacco sferrato dal presidente Letizia Moratti durante la conference call con gli analisti e poi durante l'incontro con la stampa avvenuto assieme all'Ad Victor Massiah. Poi però, quasi a sorpresa dopo mesi di contrapposizione anche legale, a domanda precisa la presidente apre: «Il nostro compito come cda è fare l'interesse di tutti gli azionisti e gli stakeholder, quindi se ci dovesse essere chiesto da Intesa di negoziare naturalmente siamo a disposizione». Come previsto, il board all'unanimità dei presenti, oltre a respingere al mittente l'offerta che partirà lunedì 6, ha approvato l'aggiornamento del piano industriale 2020-2022 varato nello stesso giorno (17 febbraio) in cui Ca' de Sass a sorpresa aveva ufficializzato l'offerta. «L'operazione va a svantaggio degli stakeholders di Ubi», ha rincarato Moratti, «perché Intesa assumerà una posizione dominante ed è pericolosa per il tessuto economico dei territori in cui Ubi opera». E ancora: «Tutti i rischi saranno pagati dagli azionisti di Ubi» mentre ricorda che «i soci che non aderiranno all'Ops saranno garantiti». Critiche del cda anche alla cessione dei 532 sportelli concordata tra Intesa Sp e Bper come rimedio agli occhi dell'Antitrust: «Un organo di gestione che agisca nel rispetto della legge non potrebbe deliberare l'adesione all'Accordo Bper a prescindere da ogni considerazione sulla congruità del prezzo di cessione». Intesa non potrebbe «imporre a Ubi l'adesione all'accordo Bper, poiché la sua esecuzione violerebbe i principi di corretta gestione di Ubi».
Il mercato si aspetta il rilancio dell'offerta perché Intesa ieri valeva 1,74 euro che moltiplicato per il concambio di 1,7 valorizza Ubi 2,95 euro, mentre in Borsa viaggia oltre quota 3 euro. C'è da dire che il cda ha ricevuto l'opinione degli advisor Credit Suisse e Goldman Sachs: il prezzo offerto da Ca' de Sass sarebbe più basso di almeno il 40%. Poi c'è l'aspetto posti di lavoro. Sussistono rilevanti incertezze in merito agli «effetti dell'eventuale successo dell'Ops sui livelli occupazionali» avverte il cda bergamasco. La documentazione sull'Offerta non chiarisce «né come saranno distribuite le uscite volontarie annunciate dall'offerente tra i perimetri di Intesa Sanpaolo, Bper e Ubi Banca, né le aree geografiche interessate dalle uscite volontarie e dalle nuove assunzioni, né tantomeno quale sarà la sorte del personale impiegato nelle 501 filiali Ubi oggetto di cessione a Bper». Respinta l'offensiva di Intesa, la banca bergamasca rilancia la velleità di affermarsi come il terzo polo bancario tra Intesa e Unicredit. Nel mirino Mps e Banco Bpm.
LA REPLICA DI MESSINA
«Fermo restando il massimo rispetto» per i vertici dell'istituto, «confermo che la nostra attenzione è rivolta agli azionisti di Ubi. Ora la parola passa a loro», è la replica giunta a sera dal ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. E ancora: «L'approvazione da parte di Consob del documento di offerta e l'apertura del periodo di adesione fanno sì che da lunedì 6 e fino al 28 luglio saranno loro ad esprimersi su un progetto volto a creare un gruppo ai vertici europei del settore, rafforzando al contempo il contesto domestico. E a quanto risulta, alcuni di loro hanno già iniziato a farlo con trasparenza e oggettività (riferimento alla fondazione Lombardia, ndr), sottolineando proprio alcuni dei punti qualificanti della nostra offerta: attenzione al territorio e alle comunità che li contraddistinguono».
r. dim.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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