LA RASSEGNA
«Dobbiamo entrare nell'ottica di una liberazione, per ripartire».

Venerdì 10 Luglio 2020
LA RASSEGNA «Dobbiamo entrare nell'ottica di una liberazione, per ripartire».
LA RASSEGNA
«Dobbiamo entrare nell'ottica di una liberazione, per ripartire». Così il regista e scrittore Angelo Longoni ha introdotto la presentazione lendinarese di Modigliani il principe (Giunti). Un evento importante, il primo della ripartenza della rassegna polesana di incontri con l'autore, dopo il blocco forzato dello scorso marzo. Nel bel cortile della biblioteca Baccari, Longoni ha presentato gli aspetti più salienti della biografia romanzata del pittore livornese (scritta per i 100 anni dalla morte dell'artista) che ha il suo clou nella Parigi degli anni Dieci. Per l'occasione sono stati interpretati anche alcuni passaggi del libro, toccanti come il monologo iniziale della madre Eugénie Garsin e frizzanti come il dialogo con Pablo Picasso: a leggerli, lo stesso Longoni e la moglie, l'attrice Eleonora Ivone. Sono stati poi ricordati i numerosi amori: quello carnale con Kiki de Montparnasse, quello colto con Anna Achmatova e quello contrastato con Beatrice Hastings, dai numerosi litigi. Fino all'ultima donna, quella Jeanne Hébuterne che darà una figlia a Modì e che si toglierà la vita poche ore dopo la morte del pittore.
IL PITTORE
Modigliani, celebre per le proprie figure col collo lungo e per i sensuali nudi femminili, era un vero rivoluzionario controcorrente, che non voleva essere incasellato in nessuna corrente pittorica. Eppure, Longoni prende con le pinze l'etichetta di maledetto che troppo spesso è stata affibbiata al pittore: «Era un uomo che si rifugiava nell'alcol e negli oppiacei soprattutto per lenire i dolori della tubercolosi».
IL DIBATTITO
Al momento delle domande dal pubblico, Longoni ha poi espresso il proprio parere sul film I colori dell'anima del 2004: «Una grande prova di Andy Garcia, che però ha nulla a che vedere con la vera storia di Modì. Picasso non avrebbe mai gareggiato con pittori meno noti di lui. È stata cambiata persino la morte di Modigliani, che non fu certo dovuta al pestaggio da parte di alcuni razzisti».
L'autore ha poi spiegato la differenza tra lo scrivere un libro e un film: «In un libro puoi inserire tutto ciò che vuoi e ti devi rapportare solo con il tuo editore. Nel film sei meno libero. Ci lavorano tante persone che possono esprimersi, ogni elemento che inserisci è un costo per la produzione e se, per esempio, usi una scena di sesso, potrebbero censurarti qualcosa».
Infine il moderatore Nicola Gasparetto ha donato a Longoni il proprio libro sul critico lendinarese Giuseppe Marchiori, oltre ad alcuni articoli scritti da quest'ultimo negli anni Trenta e dedicati a proprio a Modigliani. Longoni si è visibilmente commosso: «Avrei voluto leggere questi articoli prima di scrivere il mio libro».
Marcello Bardini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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