Veneto, Zaia rifiuta i controllori volontari: «Sarebbe una sconfitta»

Martedì 26 Maggio 2020
IL CASO
VENEZIA «Una sconfitta». Ecco cosa significa per il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorrere agli assistenti civici, quelle 60mila figure che ancora non si capisce se saranno simili a gendarmi o a boy scout e che dovrebbero invitare il popolo dello spritz a rispettare le regole sul distanziamento sociale e sull'obbligo di portare la mascherina. E per una volta Zaia la pensa come parecchi ministri del Governo giallorosso di Giuseppe Conte: un secco no.
Prima ancora che la polemica esplodesse a Roma, con il vertice convocato in serata a Palazzo Chigi, il Veneto aveva già cestinato l'idea partorita dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia e dal sindaco di Bari e presidente dell'Anci Antonio Decaro. «Intanto chiariamo subito che le Regioni non ne sanno nulla, non sappiamo neanche niente del bando, né di come dovrebbero essere reclutati questo assistenti civici», ha detto Zaia, con al fianco l'assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin che rincarava: «Mai stati coinvolti». Gli assistenti civici - annunciati domenica con una nota dal ministro Boccia e dal numero uno dei sindaci Decaro - nel progetto originario dovrebbero venire impiegati in strade, piazze e parchi per ricordare alle persone l'uso delle mascherine, il mantenimento delle distanze di sicurezza, il divieto di assembramenti. E il bando sarebbe rivolto a pensionati, inoccupati, lavoratori in cassa integrazione o persone che ricevono il reddito di cittadinanza. Utile? A sentire Zai, per niente.
«È una sconfitta dal punto di vista sociale - ha detto il governatore - il fatto di mandare qualcuno a spiegare di indossare la mascherina. Vuol dire che c'è un problema culturale. Non abbiamo a che fare con dei delinquenti, ma con dei ragazzi che sono per bene. A questo punto c'è da chiedersi dove abbiamo fallito, perché se non è passato il messaggio... Io ritengo che bisogna avere fiducia nei ragazzi, far capire loro che se vogliono veramente ribellarsi ai controlli dovrebbero indossare la mascherina per protesta».
Ma se è volontariato - queste figure non sarebbero pagate, ma avrebbero una copertura infortunistica - perché respingere l'idea? «Sempre concorde con chi si mette a disposizione della società, ricordo che io ho fatto l'obiettore di coscienza. Però ribadisco che è una sconfitta chiedere a qualcuno che faccia l'educatore. Questo è il tema».
Sulla questione è intervenuta anche l'assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan che ha contestato l'ipotesi di selezionare anche le persone che godono del reddito di cittadinanza: «Un insulto al buon senso. Sono più di 2,5 milioni i beneficiari del reddito di cittadinanza in Italia, 57.676 dei quali in Veneto: percettori che sarebbero tenuti ad offrire, tramite i Progetti utili alla collettività (Puc) di cui al Decreto ministeriale del 22 ottobre 2019, la propria disponibilità per lavori utili alla cittadinanza da svolgersi presso il proprio comune di residenza».
ELECTION DAY
E continua a tenere banco il tema delle elezioni. I governatori, con Zaia in testa, insistono per luglio, ma l'orientamento romano è per settembre. Il M5s, in particolare, avrebbe chiesto con un emendamento l'election day per il 20 settembre con eventuale ballottaggio per i Comuni il 4 ottobre. Se ne è parlato in un focus tra i governatori ieri pomeriggio, prima della Conferenza delle Regioni che ha poi licenziato le linee guida per la riapertura delle attività dei centri termali.
A preoccupare le Regioni è poi la tenuta del comparto turistico. «No ai corridoi turistici - ha detto Zaia - Io sono per l'apertura, se ci sono i parametri di sicurezza si deve aprire come fatto per le attività economiche, ma è necessaria una regia europea».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci