«Una tempesta perfetta a causa di un piccolo ciclone»

Giovedì 14 Novembre 2019
In questi giorni ha dormito pochissimo e la sua casa è stata il Centro maree del Comune di Venezia. Alvise Papa è il responsabile del Centro dove, in un palazzo attiguo al Municipio, vengono fatti girare nei computer i sofisticati modelli matematici di previsione. Sono questi che consentono di prevedere di quanto superiore (o inferiore) sarà la marea effettiva rispetto alla marea astronomica.
Che cos'è accaduto martedì e perché aveva un carattere eccezionale?
«Potremmo dire che ci è passata sopra la testa una piccola formazione ciclonica proprio nel momento del culmine della marea astronomica. Questa formazione ha fatto da aspirapolvere attirando venti forti e quindi il mare in laguna».
Si può dire che è stata la tempesta perfetta?
«Scientificamente si chiama minimo depressionario, ma l'effetto è quello. Chi c'era durante il passaggio ha potuto sentire prima vento forte, poi bonaccia e poi di nuovo vento forte».
E la bonaccia era l'occhio del ciclone.
«Esattamente, se vogliamo usare parole semplici. Ma un ciclone piccolo piccolo».
Passiamo all'acqua alta eccezionale.
«Per martedì avevamo previsioni meteo che vedevano Scirocco forte sulla costa croata e Bora al nord. Ma con valori moderati. Verso le 20 si è formato quel minimo depressionario a sud del delta del Po. Quello ci preoccupava e, ipotizzando che si muovesse un po' verso nord, avrebbe portato l'acqua a 155 centimetri. Poi, in maniera anomala, quella tempesta si è rinforzata e i venti sono diventati il doppio di quelli previsti. È passata sopra la laguna al momento della massima astronomica e nello stesso tempo la pressione si è abbassata di 5 millibar, passando da da 992 a 987».
Che significa, per i profani?
«Forse perché la laguna aveva acqua molto calda ha acquistato energia e ha aspirato i 25 centimetri di differenza tra l'acqua in mare e quella in laguna. A quel punto, tutti i modelli sono saltati perché un sistema così piccolo (poche decine di chilometri) e così energetico diventa imprevedibile per i modelli meteo. E noi siamo andati non più per previsione, ma per allertamento. È uno scenario che avevamo paventato più volte anche lo scorso anno. Stavolta è arrivato a pallino. E in mare era arrivato a 195 centimetri, ma per fortuna il vento ha mollato subito dopo».
Quanto difficile è diventato prevedere questi fenomeni?
«Il clima non è più quello di prima. Ci sono stati venti incrociati da Scirocco e da Bora incredibili e il contributo meteo alla marea era tutto vento ed esclusivamente locale. Passata quella formazione di cui abbiamo parlato, il contributo meteo è passato da 60 a 20 centimetri e l'acqua alta si è sgonfiata».
Un metro e 87 è molto vicino al metro e 94 del 1966. Che differenze ci sono?
«Il 66 era più vicino all'acqua alta del 29 ottobre 2018, che fece segnare un metro e 56. Allora c'era un vento forte, esteso a tutto l'Adriatico che aveva portato ad un accumulo su tutto il mare, il quale era salito gradualmente. Martedì è stato improvviso, quella formazione ciclonica si è approfondita dalle 19».
Cosa succederà nei prossimi giorni?
«Stasera (ieri) abbiamo fatto 125, 130 per giovedì mattina. Da giovedì sera lo Scirocco soffierà di nuovo per tutto venerdì. Per venerdì mattina, infatti, ci aspettiamo un'altra marea importante, sopra il metro 40. E anche la sera».
Siamo destinati ad acque alte eccezionali e frequenti?
«Storicamente due picchi a 140 nello stesso giorno era accaduto una sola volta. Negli ultimi due anni (29 ottobre 2018 e 12 novembre 2019) si è verificato già due volte».
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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