Un video erotico affonda il candidato di Macron

Sabato 15 Febbraio 2020
Un video erotico affonda il candidato di Macron
LO SCANDALO
PARIGI Che ci fosse qualcosa di grave si è cominciato a capire giovedì mattina, quando Benjamin Griveaux ha presentato il suo programma culturale per Parigi. Il candidato sindaco di En Marche ha deplorato i pochi visitatori che attirava il museo storico della città, il Carnavalet. Peccato che il museo sia chiuso per lavori dal 2016. Tempo qualche ora e la bomba è esplosa: lo screenshot di una conversazione piccante con una donna del maggio 2018 e due video inviati dal suo telefonino alla stessa donna che lo riprendono solo, ma nella più nuda intimità - sono finiti sul sito di un ambiguo artista militante russo, poi sui social. In sé nessuna bomba, nessun delitto, nessuna violenza, conversazioni e scambi tra due adulti consenzienti, ma il colpo di troppo in una campagna che avrebbe dovuto essere trionfale e che non è mai decollata, funestata dalla lotta fratricida col dissidente Cédric Villani e i sondaggi sempre più neri, con in testa la sindaca uscente Anne Hidalgo e la candidata della destra Rachida Dati. Ieri mattina l'annuncio di Griveaux: «Attacco ignobile, mi ritiro».
TERREMOTO
Un terremoto, a un mese dalle elezioni municipali che si terranno il 14 e il 22 marzo; e lo spettro di una batosta ancora più sonora di quella temuta per il partito di Macron. 42 anni, sposato con una nota avvocata e padre di tre figli (il più piccolo ha 8 mesi e mezzo), brillante, fedelissimo del presidente fin dalla prima ora, ex portavoce del governo, ma considerato arrogante, collerico, carrierista, Griveaux si è presentato livido e visibilmente emozionato davanti alle telecamere per annunciare il suo ritiro: «È una decisione che mi pesa, ma le mie priorità sono chiare. Prima di tutto la mia famiglia. Annunciando la candidatura al municipio di Parigi sapevo quanto possa essere dura la lotta politica. Da più di un anno io e la mia famiglia subiamo diffamazioni e attacchi anonimi... questo torrente di fango mi ha ferito e soprattutto ha fatto male ai miei cari. Ieri è stato superato un nuovo stadio. Un sito internet e dei social network hanno diffuso attacchi ignobili che riguardano la mia vita privata. La mia famiglia non lo merita. Nessuno, credo, dovrebbe trovarsi a subire una tale violenza».
A rivendicare la diffusione degli Sms e dei video, il russo Piotr Pavlenski, sedicente esponente dell'arte politica, che si era già reso famoso per azioni clamorose quali inchiodarsi i testicoli sulla Piazza Rossa, tagliarsi un pezzo di orecchio, e poi, una volta in esilio a Parigi, dare fuoco a una sede della Banca di Francia. Ha detto a Libération di aver avuto i video da «una fonte» che aveva avuto una relazione con Griveaux e di averli diffusi per smascherare la sua ipocrisia «visto che predica i valori familiari e che ha detto che voleva essere il sindaco delle famiglie».
Unanime la condanna della classe politica per la violazione della privacy, anche se più sfumata da parte di Marine Le Pen. Di «pericolo per la democrazia» ha parlato Villani, il candidato dissidente di En Marche a Parigi, mentre il ministro dell'Interno Castaner ha annunciato possibili procedure giudiziarie contro chi ha diffuso i video. Per Macron «mi ha espresso solidarietà» ha detto Griveaux si tratta ora di salvare il salvabile. Se la vittoria a Parigi sembra ormai impossibile, l'obiettivo è evitare la disfatta. Entro domani il partito dovrebbe esprimere un nuovo candidato. Ieri in serata si è detto «disponibile» l'ex sottosegretario all'economia digitale Mounir Mahjoubi.
Francesca Pierantozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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