Trump, dopo la rottura del G7 sui dazi ora il confronto nucleare con Kim

Lunedì 11 Giugno 2018
Trump, dopo la rottura del G7 sui dazi ora il confronto nucleare con Kim
L'EVENTO
SHANGHAI Donald Trump e Kim Jong-un. Il primo punta al colpaccio: la de-nuclearizzazione e la pace con la Corea del nord. Mentre il leader supremo di Pyongyang vuole cancellare l'embargo contro il suo paese per svilupparne l'economia, e non può riuscirci senza il via libera di Washington. Per questo le aspettative per una svolta clamorosa sono enormi a Singapore, la città-stato asiatica che domani ospiterà il primo incontro tra un presidente Usa e un dittatore nordcoreano dalla Guerra di Corea (1950-1953). Kim è atterrato all'aeroporto Changi alle 2 e 40 del pomeriggio di ieri a bordo di un Boeing 747 della compagnia cinese Airchina e non del suo Ilyushin. Pechino gli ha messo a disposizione l'aereo che viene utilizzato anche dal presidente Xi Jinping, che ha seguito una rotta interna massimizzando il tempo nello spazio aereo cinese, una garanzia di sicurezza per l'incolumità di Kim.
SEGNALE POLITICO
La Cina non starà a guardare come spettatrice passiva gli sviluppi nel paese confinante e alleato. «Tutto il mondo ci guarda», ha dichiarato Kim. Il vertice costerà 20 milioni di dollari, una spesa che il premier di Singapore ha definito «nei nostri profondi interessi».
E in Oriente Trump è chiamato anche a stemperare le polemiche scoppiate dopo il voltafaccia del G7 e a rifarsi il look internazionale. Lo strappo con gli alleati storici degli Stati Uniti stavolta è destinato a lasciare i segni. Con una mossa shock, il presidente Usa ha sconfessato il G7 e lo ha fatto a modo suo, con i tweet lanciati dall'Air Force One che lo portava a Singapore. Tweet che rischiano di mandare all'aria 70 anni e più di relazioni con i Paesi amici, dal Canada all'Europa passando per il Giappone. L'ira di Emmanuel Macron e Angela Merkel («Credibilità del G7 distrutta») è eloquente e avvicina lo scenario di una guerra commerciale a tutto campo. Il tycoon era già in volo e, dopo aver ascoltato il premier canadese Justin Trudeau che prometteva rappresaglie sui dazi, ha deciso di non appoggiare più il comunicato finale del summit nel Quebec. Ma così ha rotto anche con gli altri partner.
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