Travolto dal camion guidato dall'ubriaco, bimbo fuori dal coma

Martedì 26 Marzo 2019
L'INCIDENTE
PADOVA Si è risvegliato dal coma e ha guardato negli occhi mamma e papà, ma dovrà aspettare di essere grande per capire ciò che è successo quel maledetto venerdì pomeriggio e negli ultimi diciassette giorni. Arriva una buona notizia dal reparto di Terapia intensiva pediatrica dell'ospedale di Padova: non è più in pericolo di vita il bambino di quattordici mesi investito l'otto marzo nel centro di Marostica (Vicenza) da un artigiano di Thiene, subito arrestato perché scoperto ubriaco. Il bimbo è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per amputargli una parte di gamba, ma ora i genitori possono tirare un sospiro di sollievo: durante il coma farmacologico non sono emerse ulteriori complicanze e il piccolo è quindi tornato vigile.
«I medici hanno comunicato che si è svegliato e stanno sospendendo gradualmente i farmaci sedativi - conferma l'avvocato che assiste la famiglia, Giuseppe Padovan di Bassano -. È considerato fuori pericolo di vita, ma la situazione resta naturalmente molto complessa». È ancora presto, infatti, per le dimissioni dal reparto: i medici dovranno valutare nei prossimi giorni la presenza di eventuali conseguenze di tipo neurologico. Tre settimane di coma potrebbero nascondere brutte sorprese, a maggior ragione considerando l'età del bambino, ma dopo giorni di shock ora la famiglia vuol tornare all'ottimismo.
L'INCIDENTE
I genitori sono di origine albanese, vivono in Italia da molti anni e abitano nella città degli scacchi. Quel venerdì pomeriggio il bambino era tranquillamente seduto sul passeggino accanto alla mamma, 28 anni, che mangiava il gelato su una panchina: quando il furgone gli è piombato addosso, l'investitore Pietro Dal Santo aveva appena tentato la fuga da un controllo della Polizia locale. È stato inseguito, arrestato e scoperto ubriaco.
La notizia dell'incidente aveva suscitato grande clamore a livello nazionale: da un lato l'angoscia per le sorti del bambino, dall'altro la grande rabbia nei confronti dell'investitore. L'uomo, un cinquantottenne con la passione per la birra che in rete si definiva venetista, forcone e sovranista, si trova in carcere. «Sappiamo che ha chiesto la revisione della misura cautelare al Tribunale del Riesame, ma in questo momento dell'aspetto legale a noi interessa poco - spiega ancora l'avvocato Padovan -. Siamo concentrati nel capire come il bambino uscirà da questa situazione e se ci saranno danni neurologici. Di certo il suo risveglio è un passo importante dal punto di vista della speranza. Ci sarà tempo per valutare tutte le carte giudiziarie».
I SENTIMENTI
«A quell'uomo devono dare la pena massima. Ha rovinato la vita di mio figlio». Era stata questa la reazione d'impeto del padre, che dopo l'incidente si era ferito una mano tirando un pugno al finestrino del furgone. Una rabbia condivisa anche dalla compagna, ricoverata perché nello stesso incidente ha rimediato una gamba rotta. Adesso però c'è spazio anche per un altro sentimento: la gratitudine. È quella provata nei confronti dei tanti compaesani che hanno aderito alla colletta di solidarietà avviata subito dopo l'incidente da Fondazione Banca Popolare di Marostica Volksbank con il sostegno di Comune e associazioni di categoria. «I genitori sono rimasti veramente colpiti da questa ondata d'affetto - sottolinea il loro legale -. La vicinanza del paese aiuterà ad andare avanti». Un giorno mamma e papà racconteranno anche questo al loro bambino.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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