Salvini: «In galera chi evade le tasse. E butto via le chiavi»

Venerdì 19 Gennaio 2018
LA CONTESA
ROMA Silvio Berlusconi di nuovo premier e Matteo Salvini ministro dell'Interno. Certo, a pesare sul futuro politico del Cavaliere è la sentenza della Corte dei diritti di Strasburgo che difficilmente arriverà prima delle elezioni. Ma se arrivasse il via libera, il leader di Forza Italia saprebbe già a chi assegnare diversi posti chiave. Per sé, ovviamente, Berlusconi terrebbe la poltrona di palazzo Chigi, mentre Matteo Salvini potrebbe diventare ministro dell'Interno. «Lui - spiega l'ex premier a L'Aria che Tira - è un centroavanti di sfondamento, potrebbe andar bene al Viminale». E il diretto interessato che dice? Figuriamoci. Salvini, che ha ufficializzato la candidatura di Giulia Bongiorno, è convinto che il primato nel centrodestra andrà alla Lega, mica a Forza Italia, e dunque sarà lui il presidente del Consiglio: «Ho l'ambizione di diventare premier per i prossimi 10 anni, a quel punto scelgo io la squadra migliore possibile, compreso il ministro dell'Interno».
IL PROGRAMMA
Nel salotto di Porta a Porta, rispondendo alle domande di Bruno Vespa e del direttore del Gazzettino Roberto Papetti, il leader della Lega rilancia la flat tax e annuncia il giro di vite per gli evasori. «Chi evade le tasse» in regime di flat tax - dice - «va in galera e butto la chiave, come negli Stati Uniti». Ossia: «Se io riduco le tasse e tu non paghi io butto la chiave, sul modello americano». E aggiunge: «La nostra proposta sulla pace fiscale è fondata sui numeri, non è un condono. I condoni premiano i furbi, noi non cancelliamo le cartelle di quelli che non hanno dichiarato, degli evasori totali, dei fantasmi», ma ci muoviamo nella direzione «di quelli che hanno dichiarato ma non riescono a pagare, si tratta di crediti per 400 miliardi». Ma tra la flat tax al 15% di Salvini, al 23% di Berlusconi e al 25% dell'Istituto Bruno Leoni, quale può essere il punto di mediazione? «Sulla flat tax sono orgoglioso di aver stabilito un principio, l'aliquota per me deve essere più vicina al 15 che al 23%», risponde Salvini lasciando poi intendere che un possibile punto di incontro potrebbe essere tra il 18 e il 20%. Quanto alla squadra di governo, Salvini vedrebbe bene la Bongiorno alla Giustizia. Non solo: la componente veneta, oltre a quella lombarda, sarebbe la più importante.
LA FIRMA
Poco dopo il termine della registrazione della trasmissione di RaiUno, l'agenzia di stampa Ansa annuncia che Berlusconi, Salvini e Meloni hanno firmato a Palazzo Grazioli il programma elettorale del centrodestra. «Nel programma ho fatto inserire l'abolizione di qualsiasi tetto del contante», aveva annunciato poco prima il leader della Lega. E avrebbe pure bloccato la proposta del Cavaliere della pensione a mille euro. Alla vigilia della firma tenevano ancora banco le richieste di modifica. A partire dall'impasse sulla legge Fornero: per Salvini andava abolita tout court mentre per il Cavaliere bastava stralciare solo alcune parti. E poi c'era il dossier' Lazio: Salvini non fa mistero di essere pronto a sostenere Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice e per nulla disposto a fare passi indietro. Un'idea che non piace né al Cavaliere né alla Meloni. La Lega però non ha nessuna intenzione di rompere l'alleanza sulla candidatura alla Pisana per cui il nome su cui si andrebbe è quello di Fabio Rampelli, capogruppo di Fdi alla Camera.
LA QUARTA GAMBA
L'obiettivo di Berlusconi è di andare «oltre il 45% per poter avere una maggioranza autonoma e governare». Ma gli serve Noi con l'Italia, la quarta lista. Solo che dopo aver partecipato al tavolo sulle candidature, dove fino all'altro giorno erano banditi, risolto peraltro con l'ennesimo nulla di fatto, i vertici del partito, Fitto e Cesa, hanno deciso di incontrare nuovamente l'ex premier per chiedere «rispetto» e «maggiore dignità». Tradotto: i 13 posti da assegnare alla cosiddetta Quarta gamba sono troppo pochi. Proposta irricevibile. Per trovare un'intesa - o per lo strappo definitivo - c'è tempo fino a domenica.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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