Regionali, i vincitori

Venerdì 25 Settembre 2020
LA DIRETTA
CONEGLIANO (TREVISO) Al mattino il primo bagno di folla a Jesolo per un premio gastronomico, nel pomeriggio il primo incontro al K3 con i consiglieri regionali eletti nelle sue liste, in serata la prima ospitata televisiva dopo la riconferma a governatore. O, come ha detto Paolo Del Debbio presentando l'ospite di Dritto e rovescio su Rete 4, a «stra-presidente del Veneto». La prima giornata pubblica di Luca Zaia si è conclusa a notte con una diretta dalle colline del Prosecco, «sopra Conegliano», puntualizzando il contesto in cui è maturata la larga vittoria alle Regionali: «Sono arrivato al Covid che avevo già il 70% di gradimento, non vorrei che si riducesse questa vittoria a un'azione di parassitismo su quella tragedia».
LA STILETTATA
Non è stata l'unica stilettata della puntata. Un'altra è andata anche a Pasquale Tridico, presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale, quando Zaia è tornato inaspettatamente a parlare del caso bonus, a sei settimane dalla decisione di escludere dalla candidatura gli uscenti Riccardo Barbisan, Gianluca Forcolin e Alessandro Montagnoli. Collegata da Santa Maria di Sala c'era la rappresentanza di 170 dipendenti di un centro commerciale, chiuso da marzo a causa della crisi economica legata all'emergenza sanitaria, in ritardo con l'incasso degli ammortizzatori sociali. «La mia vicinanza a questa vertenza ha detto Zaia ne abbiamo gestite mediamente una al giorno in questi anni. Ora sono a disposizione per incontrare questi lavoratori, anche se non è la Regione che eroga la cassa integrazione: siamo stati i primi ad aver chiuso tutte le pratiche. Il problema è dell'Inps, quello stesso Inps che non ha fornito i nomi e cognomi di quanti hanno chiesto il bonus e magari avevano un reddito garantito da indennità pubblica. Ricordo che io ho chiesto un sacrificio a tre consiglieri».
IL GOVERNO
Nelle ore precedenti Francesco Boccia, ministro dem agli Affari Regionali, aveva omaggiato il presidente del Veneto rispetto alla Lega di Matteo Salvini: «Zaia è un'altra cosa, ha un rispetto delle istituzioni che auspico possano avere anche tutti gli altri». Oltre però a rammentargli l'autonomia («A Roma devono stare molto attenti al voto del Veneto, anche quello di queste ore: i veneti hanno dato un segnale»), il governatore non ha rinunciato nemmeno ad attaccare l'esecutivo giallorosso: «Mi spiace dirlo, perché non è nelle mie corde, ma questo Governo non rappresenta i miei territori proprio per nulla e in generale non ha più rappresentanza territoriale. Non è un limite da poco, perché chi governa ha sempre bisogno di essere autorevole e di avere la forza del consenso». È parso comunque di capire che Zaia contesti soprattutto la sponda pentastellata di Palazzo Chigi, visto che ha citato in particolare il Reddito di cittadinanza, fatto digerire dal Movimento 5 Stelle all'allora alleata Lega: «È vero che lo lanciò anche Tony Blair, che però non è Di Maio e infatti aveva una visione anglosassone di semplificazione, legalità e rettitudine. Invece di pagare qualcuno per stare sul divano a guardare la tivù, bisogna pagarlo perché crei posti di lavoro. Chi ha voglia di lavorare, deve essere messo in condizione di produrre reddito». Quanto comunque alla sfida interna con Salvini, il governatore ha ribadito: «Sono abituato a questo gioco del divide et impera, ma i miei veneti sanno benissimo che sono leghista. Ora sento una grande e doppia responsabilità. Da un lato pensare di aver avuto il più grande consenso nella storia della Repubblica italiana dà meno alibi: i cittadini mi conoscono e mi rintracciano, non vivo in roulotte... Dall'altro so di rappresentare tutto quell'elettorato che ha votato l'uomo e l'idea e che è momentaneamente con noi, ma magari un giorno tornerà nell'alveo dei suo partito visto che c'è stata una diaspora».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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