Massacro di Cison, i dubbi della difesa

Lunedì 12 Marzo 2018
Massacro di Cison, i dubbi della difesa
LE INDAGINI
TREVISO Sarà probabilmente un faccia a faccia all'americana a dire l'ultima parola sul duplice omicidio di Rolle di Cison di Valmarino. Il pm Davide Romanelli ha intenzione di chiedere subito un incidente probatorio, ossia di cristallizzare le prove contro Sergio Papa, ritenuto l'assassino di Loris Nicolasi, 71 anni, e della moglie 68enne Annamaria Niola. Lo ha già fatto sapere all'avvocato Piergiorgio Oss, che assiste Papa. Sarà un atto giudiziario nel quale la Procura metterà sul tavolo tutte le tessere del mosaico che inchioderebbero il 36enne, noto per furti, piccole rapine e per la sua dipendenza dalla droga. Gli investigatori sono certi delle prove già raccolte: «È stato Sergio Papa - dicono - a massacrare a coltellate marito e moglie in via Marzolle». Un mosaico che per ora non è completo. L'avvocato Oss sta ancora studiando le carte, con fiumi di intercettazioni telefoniche e ambientali, e l'ottimismo degli inquirenti gli sembra esagerato: «Sergio mi ha detto che il giorno del delitto non era a Rolle». In attesa che i carabinieri del Ris completino i test sui reperti trovati nella casa e nel cortile del massacro (impronte, tracce biologiche, ricerca dell'arma del probabile delitto ecc), i vertici dell'Arma chiariscono d'essere in possesso di vari riscontri investigativi, raccolti attraverso una serie di testimoni e di pedinamenti 24 ore su 24. «Orari e spostamenti di Papa - dicono - sono compatibili con la sua presenza sul luogo del duplice omicidio all'ora indicata dal medico legale».
PROVA REGINA
Ma perché si è atteso tanto per arrestare il 36enne visto che fin da subito era entrato nella rosa dei sospettati? I carabinieri hanno scelto di controllarlo con discrezione, avendo sempre la certezza di dove fosse, ma senza insospettirlo. Avuta quella che viene considerata la prova regina, sabato lo hanno arrestato a Mestre. Poi il trasferimento in carcere a Treviso.
LA FAMIGLIA
Mantiene la consegna del silenzio anche l'avvocato Oss, che è stato incaricato da Fulvio Papa, il papà di Sergio, della difesa. «Sergio ne ha combinata una più grossa del solito - avrebbe detto il padre - e dicono abbia assassinato due persone». Poche parole da parte di un uomo che non ama parlare né farsi vedere in giro.
IL MOVENTE
All'esame degli inquirenti anche la fondatezza di un possibile movente economico. Può il 36enne aver trucidato due persone, perché aveva o riteneva di avere un piccolo credito? La minaccia ad Annamaria sembra essere una conferma. Ma la personalità di Sergio Papa è quella di chi colpisce a tradimento piuttosto di chi affronta l'avversario. Può un mingherlino come lui essere stato capace di colpire con tanta forza da massacrare i due pensionati? «Chi è in astinenza e si fa di cocaina è capace di tutto» replicano gli investigatori. Ma i dubbi restano e a scioglierli definitivamente saranno i carabinieri del Ris.
ALLE URNE
Da killer spietato a cittadino che, rispettoso dei propri doveri, si reca alle urne. E poi va a comprarsi le sigarette. Papa il 4 marzo è andato a votare a Refrontolo. Non sapeva di avere un carabiniere in borghese alle calcagna. «L'ho visto al seggio e poi entrare in edicola a comprarsi le sigarette» assicura un testimone.
I GENITORI
Anche ieri i genitori del 36enne sono rimasti chiusi in casa a Refrontolo. Inutile citofonare o telefonare. L'abitazione sembrava disabitata. Solo una tenda al primo piano tradiva la presenza di qualcuno all'interno. Nel paese dove ha abitato e formalmente è residente, anche se risulta un senzatetto, tutti negano di conoscere o di aver visto Sergio Papa. «Quando c'ero io non è mai entrato», assicura l'edicolante dove il 36enne era solito acquistare le sigarette. «È sempre stato un ragazzo strano - dice una donna appena uscita dalla messa - e introverso. Faceva fatica a salutare. Aveva sempre la testa bassa per evitare gli sguardi. Stranezze? Cambiava spesso look e amava ossigenarsi i capelli. Tutti qui sanno chi è. Dicono di no? Non hanno ancora metabolizzato che l'assassino di due poveri vecchi non è uno straniero ma sangue del loro sangue. Sergio Papa, nonostante i furti e i capelli ossigenati, è uno di noi». Poi c'è l'amarezza di altre tre donne. La messa è finita e possono parlare: «Se è lui l'assassino c'era da aspettarselo. Dispiace per il papà e la mamma. Persone perbene che si sono spezzate la schiena per non far mancare nulla ai figli. Per loro sì, ma per Sergio proprio no».
Roberto Ortolan
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