LE STORIE
NEW YORK I vaccini contro il coronavirus sono una frode sanitaria,

Lunedì 26 Luglio 2021
LE STORIE
NEW YORK I vaccini contro il coronavirus sono una frode sanitaria, alterano il nostro codice genetico e ci trasformano in una fattoria di proteine virali senza un interruttore per spegnerla. La vera cura preventiva per il virus non è il vaccino, ma un dosaggio adeguato di vitamina D. Queste perle della disinformazione hanno una diffusione straordinaria nel web, e fanno presa su lettori confusi dall'incertezza che l'epidemia ha introdotto nelle nostre vite. La chiave di tale potere è la visibilità che hanno gli autori delle bufale, a cui la democrazia dei like assegna purtroppo autorevolezza anche se non sono altro che specialisti nello sfruttamento commerciale del dubbio. Manipolatori sempre pronti a saltare sul treno delle teorie complottiste, e a monetizzarle.
Nelle ultime settimane allarmi sono giunti da un paio di giornalisti-influencer che avevano ricevuto strane richieste. Lo youtuber tedesco Mirko Drotschmann è stato contattato da un'agenzia di marketing che gli chiedeva di comunicare ai suoi 1,5 milioni di utenti, dietro compenso, una notizia «trapelata anonimamente» dalla comunità scientifica, secondo la quale tra coloro che hanno ricevuto il vaccino Pfizer c'è un tasso di mortalità tre volte più alto rispetto a quelli di AstraZeneca. Incuriosito, Drotschmann ha approfondito la questione. Il rapporto non distingueva tra le cause di morte (infezione polmonare, infarto, o incidente d'auto), e prendeva a campione pazienti di paesi nei quali Pfizer domina il mercato dei vaccini, con AstraZeneca quasi assente. Il giornalista ha denunciato la frode su Twitter, e qui la sua protesta si è incrociata con quella del francese Léo Grasset il quale aveva rifiutato 2.000 euro di compenso per una simile proposta. La tv britannica Bbc ha scoperto una comproprietà russa dell'agenzia AdNow che è dietro la macchinazione. Il sospetto è che la disinformazione fosse orchestrata per avvantaggiare le vendite di vaccini Sputnik nei paesi dominati dalla presenza di Pfizer.
E se i due professionisti in Germania e in Francia si sono ribellati, almeno due grandi influenzer: il brasiliano Everson Zoio e l'indiano Ashkar Techy si sono volentieri prestati al gioco, e i rimbalzi della notizia falsa sono ugualmente tornati ad affollare le pagine web nei due paesi europei.
Più diretto è l'approccio negli Stati Uniti, dove in omaggio alla tradizionale imprenditorialità individuale, sono i singoli a concepire e a diffondere le falsità, e passare alla cassa dei profitti. Il Centro per la lotta contro l'odio digitale una settimana fa ha compilato la lista della sporca dozzina di specialisti che da soli contano il 70% delle menzogne sparse su Internet riguardo a Covid e vaccini, e si dividono una fetta pubblicitaria di 1,1 miliardi di dollari.
IL RE DELLA MANIPOLAZIONE
Tra questi il New York Times ha individuato, al secondo posto della classifica di pericolosità, nientemeno che un Kennedy: Robert jr., figlio di Bob. Ma il titolo di re della manipolazione. spetta all'osteopata Joseph Mercola di 67 anni, dei quali almeno la metà dedicati a perfezionare l'arte di seminare il dubbio e trasformarlo in profitto. Il novello Don Basilio dalle sue basi in Florida e nelle Filippine costruisce campagne di diffamazione, ad esempio contro i materassi a molle, che nelle ricerche scientifiche da lui citate sono poderosi propagatori di radiazioni nocive. Poi propone rimedi nella forma di prodotti che portano il suo nome: dagli yogurt biologici agli immancabili integratori vitaminici. Questa paccottiglia da imbonitore gli ha permesso di ammassare una fortuna che lui stesso ha dichiarato all'erario superare i 100 milioni di dollari. Negli ultimi due anni il dottor Mercola e le dozzine di collaboratori che lo circondano hanno sparato a zero sull'epidemia. Sono seicento i messaggi diffusi su Facebook a suo nome che denunciano i vaccini, non solo inefficaci ma anche dannosi per chi li riceve. La vera prevenzione contro il virus ancora una volta è un adeguata terapia a base di vitamina D, a firma naturalmente del dottor Mercola. Si sarebbe tentati di liquidare la faccenda con una risata, se non fosse che il 97% dei ricoveri per Covid al momento negli Usa è fatto di persone non vaccinate, che magari sono tra gli 1,7 milioni di utenti della pagina Facebook del dottore.
Flavio Pompetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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