Le scelte dei partiti

Domenica 10 Novembre 2019
IL CASO
ROMA Si muovono i moderati di FI, guidati dalla Carfagna. E' ormai pronto il nuovo movimento politico che partira' dai territori (anche se non è detto che si testerà già alle prossime tornate amministrative) e includerà la costituzione di gruppi autonomi parlamentari. Più di venticinque le adesioni alla Camera (arrivi dell'ultimo minuto come i centristi che fanno riferimento a Lupi e parlamentari vicini a Miccichè, i fedelissimi della Campania e della Calabria - che guardano però a chi saranno i candidati del centrodestra alle elezioni - altri esponenti come Polverini, Rotondi, Napoli deputati della Toscana e di altre regioni) e più di una decina al Senato.
Il via libera è atteso all'inizio della prossima settimana. Il piano prevede una «separazione consensuale» con Berlusconi. Perlomeno è questo l'auspicio della vicepresidente della Camera che due giorni fa ha cenato ad Arcore con il Cavaliere chiedendo che l'operazione non nasca con la sua ostilità. Missione fallita per ora. La Carfagna ha ribadito al padrone di casa le critiche per la deriva salviniana che ha preso FI, ha sottolineato che così non si può andare avanti e illustrato il piano che nelle intenzioni punta ad occupare lo spazio di centro. Ma il paletto resta lo stesso: «Né con Salvini né con Renzi». Lui ieri ha replicato gelido: «Mara decide se restare o andare via».
«Il fuggi fuggi dal partito spiega chi sta lavorando al dossier è già iniziato da tempo. Chi non ha più una casa è tentato dalla Meloni o da Renzi. Se c'è un contenitore moderato invece viene con noi». Raccontano che anche i piu' riottosi ad uno strappo con i vertici ora ci stiano pensando. L'unica incognita resta l'eventualità che si arrivi in tempi brevi al voto anticipato.
LE MOSSE
Il nuovo movimento politico già sono stati commissionati i sondaggi per testare il futuro nome ha bisogno di radicalizzarsi fuori dal Parlamento, anche se i gruppi autonomi serviranno a fare da vetrina e ad avere maggiori margini d'azione. Al momento nelle file dei moderati azzurri si negano sirene renziane. E la stessa vicepresidente della Camera ieri ha sottolineato come il perimetro resta quello del centrodestra. Tuttavia il leader di Italia viva continua a lanciare ami: «Porte aperte ha detto il senatore di Firenze a Linkiesta festival a Milano - a chi vorrà venire non da ospite ma da dirigente. Vale per Mara Carfagna e per gli altri dirigenti del suo partito, ma noi non tiriamo la giacchetta». Alla stessa iniziativa era presente in tempi diversi anche la diretta interessata che ha risposto con una battuta, una vera e propria provocazione: «Se Renzi dichiarasse di non voler sostenere più il governo di sinistra ma di avere altre ambizioni, Forza Italia Viva potrebbe essere una suggestione». Per poi spiegare: «Tra il mio percorso e quello di Renzi non possono esserci sovrapposizioni, lui è nell'altra metà campo. Quella attuale è una fase di passaggio che non riguarda i miei destini personali ma una comunità di persone» che non si riconoscono più in Forza Italia.
LO SCONTRO
I vertici di Fi già sono sul piede di guerra. Due giorni fa una riunione a villa San Martino ha sancito la rottura definitiva: «Se la Carfagna esce non possiamo certo lanciarle fiori. Passerebbe dall'altra parte», spiega uno dei berluscones. La convinzione dei fedelissimi dell'ex premier e' che abbia già l'accordo con Renzi. Se Giorgia Meloni lancia Carfagna come candidata governatrice in Campania, Salvini attacca: «Spero non passi a sinistra per amore di poltrona».
Emilio Pucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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