LA TRAGEDIA
MILANO Luana D'Orazio non doveva lavorare all'orditoio, con un contratto

Venerdì 14 Maggio 2021
LA TRAGEDIA
MILANO Luana D'Orazio non doveva lavorare all'orditoio, con un contratto di «apprendistato professionalizzato» non era la sua mansione, e quella macchina non era in condizioni di sicurezza. Peggio, sarebbe stata manomessa per produrre di più. La morte dell'operaia di ventidue anni, mamma di un bimbo di cinque anni e mezzo, schiacciata dai rulli il 3 maggio in un'azienda tessile di Montemurlo in provincia di Prato, sembra essere la somma di regole non rispettate, illegalità e rischi sottovalutati. I magistrati hanno sequestrato i due orditoi della fabbrica e dalla perizia è emerso che il macchinario gemello a quello su cui stava lavorando Luana aveva i sistemi di sicurezza manomessi. Secondo i primi rilievi tecnici sarebbe stata rimossa la saracinesca di protezione, una sbarra che avrebbe impedito a Luana di avvicinarsi troppo e di finire risucchiata dai rulli. È un meccanismo indispensabile per prevenire gli infortuni sul lavoro, ma a volte viene eliminato per velocizzare le operazioni: in caso di necessità, gli addetti possono sistemare i fili senza interrompere la produzione. Ma a rischio della loro vita. Ancora, stando a ciò che emerge dalle indagini, la giovane è stata assunta il 4 marzo 2019 con un contratto di «apprendistato professionalizzato» con mansioni di «catalogazione», niente quindi che prevedesse turni all'orditoio.
La titolare della ditta Luana Coppini e il tecnico manutentore Mario Cusimano sono indagati nell'inchiesta per omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti infortunistiche. Presto saranno riascoltati dai magistrati, che chiederanno loro di illustrare le condizioni in cui lavoravano gli operai. L'analisi sull'orditoio infatti potrebbe non essere decisiva, poiché accusa e difesa fissano l'incidente mortale in due fasi diverse. Per la Procura la ventiduenne è rimasta incastrata nel momento finale di lavorazione della macchina, quando l'ordito viene scaricato sul subbio, il grande cilindro rotante che avvolge il filo. Mentre la difesa ritiene che sia stata agganciata mentre caricava la macchina, quando i movimenti del subbio vengono guidati mediate dei pedali.
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