L'emergenza sicurezza

Lunedì 25 Febbraio 2019
IL CASO
ROMA Matteo Salvini l'ha già rimessa al centro della scena mediatica. Il giorno dopo la visita delle polemiche in carcere ad Angelo Peveri, imprenditore condannato per aver immobilizzato e sparato a un ladro rumeno, la sua parola d'ordine è ancora: legittima difesa. «È un diritto sacrosanto per chi viene aggredito, non è il Far West: il Far West è oggi. I rapinatori che vengono dall'estero, e anche quelli italiani, devono sapere che quello del rapinatore è un mestiere' pericoloso. Se c'è l'infortunio sul lavoro, sono affari tuoi».
Il leader della Lega prepara anche così la strada al ritorno del provvedimento simbolo nell'aula di Montecitorio. L'obiettivo dichiarato è il via libera definitivo entro fine marzo. In realtà, nei desiderata di Matteo Salvini, la riforma che rende la difesa in casa o nel luogo di lavoro «sempre proporzionata» avrebbe dovuto già essere legge. Ma l'importante è avere il vessillo pronto per essere sbandierato, insieme a Quota 100, alle prossime elezioni Europee.
L'ERRORE
Qualche inciampo di troppo, ne ha infatti rallentato l'approvazione: l'aula di Montecitorio, come ha già fatto la commissione, dovrà infatti correggere un errore sulla copertura finanziaria riscontrato a un passo dall'approvazione definitiva. La maggioranza sarà dunque costretta a un terzo passaggio in Senato. Per questa settimana si voterà soltanto sulle pregiudiziali, entro la fine della prossima è atteso il disco verde dei deputati.
In casa Lega si ostenta sicurezza sull'approvazione, sebbene il provvedimento non sia mai stato amato dalla componente grillina della maggioranza. Al Senato il pentastellato Francesco Urraro aveva provato a presentare alcuni emendamenti che ammorbidivano le norme, ma alla fine un accordo siglato al ministero della Giustizia, presente anche Alfonso Bonafede, ha blindato il testo. Lo stesso incidente sulle coperture all'inizio era parso ai più sospettosi come un sabotaggio degli alleati di governo per impedire che il Carroccio incassasse un altro atout elettorale. Ma per il sottosegretario alla Giustizia, Iacopo Morrone, non c'è dubbio che l'accordo di maggioranza «reggerà».
Il fatto è che i leghisti sono convinti che il momento di debolezza elettorale del M5s - che sarà con ogni probabilità confermato dallo scrutinio in Sardegna - invece di alimentare i dissidi di maggioranza, li stia limitando. «Non credo proprio - ragiona un deputato - che vogliano rischiare di fare cadere il governo e andare a casa boicottando un provvedimento su cui c'è già un accordo». Certo, non mancherà qualche distinguo. Ma ci si aspetta al più qualche assenza strategica al momento dell'approvazione, magari tra i cosiddetti ortodossi che fanno riferimento al presidente della Camera, Roberto Fico.
La riforma leghista, modificando l'articolo 52 del codice penale, stabilisce che la legittima difesa sia sempre proporzionata in casa o nel luogo di lavoro quando si «usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria o la altrui incolumità». Inoltre, si esclude la punibilità anche se chi ha commesso il fatto ha agito in stato di «grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto».
Barbara Acquaviti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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