L'emergenza migranti

Martedì 23 Luglio 2019
LA CRISI
ROMA Il botta e risposta avviene a distanza: il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini non si è presentato al vertice sull'immigrazione di Parigi. E così, dopo la riunione informale, il presidente francese Emanuel Macron sferra il suo attacco contro il convitato di pietra: l'assente «ingiustificato», Matteo Salvini, che non tarda a replicare. Di fatto, ieri, la Francia ha incassato l'adesione di quattordici Stati Ue a un «meccanismo di solidarietà» per ripartire le persone salvate in mare, con un'indicazione indigesta per il titolare del Viminale: lo sbarco deve avvenire nel porto più vicino. Macron illustra la sua soluzione sul dossier migranti, aprendo un nuovo scontro con l'Italia. La risposta non si fa attendere: la riunione «è stata un flop» e «noi non prendiamo ordini da Macron», ribatte il numero uno del Viminale.
Le posizioni si erano già cristallizzate al vertice dei ministri dell'Interno di Helsinki della scorsa settimana: da una parte l'asse Parigi-Berlino con una bozza di documento che apriva alla redistribuzione tra i Paesi europei dei migranti soccorsi, fermo restando che questi ultimi devono sbarcare nel «porto più vicino»: dall'altra Italia e Malta, assolutamente contrarie al principio che le condannerebbe, nelle parole del ministro, «ad essere l'hotspot dell'Europa».
LA RIUNIONE
Con queste premesse il ministro dell'Interno ha scelto di disertare l'appuntamento di ieri nella capitale francese, inviando una delegazione tecnica del Viminale, con il preciso mandato di affondare i tentativi di arrivare ad un documento condiviso. Non è il primo scontro e la soluzione sembra ancora lontana.
Alla fine Macron deplora gli esponenti politici assenti: «Non si guadagna mai nulla non partecipando», dice e porta a casa l'accordo di 14 Stati «volontari» pronti a ripartirsi in modo sistematico i migranti soccorsi in mare, senza dover avviare ogni volta complesse trattative dopo il salvataggio. Resta però fermo, ha sottolineato il presidente, che «quando una nave lascia le acque della Libia e si trova in acque internazionali con rifugiati a bordo deve trovare rifugio nel porto più vicino. È una necessità giuridica e pratica. Non si possono far correre rischi a donne e uomini in situazioni di vulnerabilità». Poi aggiunge: «Dobbiamo rispettare le regole umanitarie e del diritto marittimo internazionale. L'impegno della Francia è totale per proseguire una politica efficace e che risponda ai nostri principi. Non dobbiamo lasciar montare i populismi da nessuna parte».
LA REAZIONE
Non ci sta ovviamente Salvini, che spara ad alzo zero verso Parigi: la riunione francese, sostiene, «è stata un errore di forma e di sostanza. Nella forma, perché convocata con poco preavviso e in modo assolutamente irrituale visto che siamo nel semestre di presidenza finlandese. Nella sostanza, perché ha ribadito che l'Italia dovrebbe continuare a essere il campo profughi dell'Europa». Il vertice, aggiunge, «si è rivelato un flop ed è stato ampiamente disertato dai ministri europei. L'Italia ha rialzato la testa, non prende ordini e non fa la dama di compagnia: se Macron vuole discutere di immigrati venga pure a Roma».
Val.Err.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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