L'ASSOCIAZIONE
VENEZIA «Tariffe adeguate per coprire i costi, altrimenti

Giovedì 17 Settembre 2020
L'ASSOCIAZIONE VENEZIA «Tariffe adeguate per coprire i costi, altrimenti
L'ASSOCIAZIONE
VENEZIA «Tariffe adeguate per coprire i costi, altrimenti chiudiamo». È solo uno dei moniti di Giorgio Brunello, presidente dell'Avis regionale Veneto, nell'ambito della crisi che sta colpendo la raccolta ematica nel territorio. «Serve una riflessione importante - dice - abbiamo bisogno di sinergia tra le associazioni e il servizio pubblico, oltre ad una campagna straordinaria mirata per sensibilizzare e incrementare l'afflusso di donatori, cosa che ho chiesto con forza all'assessore Lanzarin, senza ottenere successo». Alla titolare della Sanità e dei Servizi sociali regionali, Brunello chiede inoltre, per il dipartimento di Medicina trasfusionale, un direttore di alto profilo in termini di «funzione, ruolo e persona».
Ma ripercorriamo quanto accaduto dallo scoppio della pandemia fino alla situazione attuale. «Con i primi dpcm - ricorda il presidente - avevano spaventato i donatori, che sembrava non potessero uscire di casa, e non dimentichiamo che le persone avevano comunque paura di essere contagiate. Con il governatore Zaia e il ministero della Salute abbiamo però lavorato bene e la questione si è risolta con un successo incredibile. Poi l'andamento delle donazioni si è normalizzato e adesso soffriamo terribilmente. È vero che in estate è sempre così, ma siamo davvero preoccupati perché ci troviamo al di sotto delle donazioni necessarie ai malati, e se arriva la seconda ondata epidemica non possiamo permetterci un ulteriore calo».
I NUMERI
In aprile e maggio le nuove idoneità venete erano aumentate in media del 15-20% rispetto agli stessi due mesi dell'anno precedente, con la maggior parte degli iscritti tra i 18 e i 35 anni. A luglio, invece, la raccolta di sangue e di plasma è calata del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2019. Per Brunello i problemi, «denunciati da anni», sono in particolar modo il ritardo nella revisione del sistema informativo trasfusionale, la mancanza di medici e di un'efficace collaborazione con il Sistema sanitario nazionale, indispensabile per organizzare la raccolta con flessibilità, andando incontro alle esigenze orarie dei donatori che lavorano. E poi le tariffe. Avis nella provincia di Venezia perde 120mila euro all'anno per la raccolta associativa. «Ma ci sono anche difficoltà nostre - riconosce -, i volontari sono sempre più anziani, e forse noi poco attrattivi». Il presidente ricorda come il Covid abbia portato alla luce l'importanza del plasma: «Quelli che guariscono dal Coronavirus hanno il plasma iperimmune, che serve per trattare i pazienti ancora ammalati, con risultati importanti. In generale il plasma vale più dell'oro, una parte di esso viene infatti usata per produrre farmaci. La plasma lavorazione è stata inventata in Veneto e in Italia siamo autonomi al settanta per cento, con la speranza di raggiungere la completa autosufficienza, perché comprare dall'estero talvolta significa affidarsi a persone che non sono volontari accuratamente seguiti e controllati».
Oggi in Veneto sono 130mila i donatori iscritti all'Avis, e la donazione avviene in ambiente protetto, nel rispetto di tutti i protocolli e le disposizioni di sicurezza. «Abbiamo migliorato il sistema - conclude Brunello - non si fanno più code, e dunque l'invito è quello di continuare a donare, prenotandosi laddove possibile, e cioè ormai in quasi tutto il territorio regionale».
Luca Bagnoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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