L'ACCUSA
VENEZIA «Spero che Draghi prenda in mano velocemente e ferocemente

Giovedì 4 Marzo 2021
L'ACCUSA
VENEZIA «Spero che Draghi prenda in mano velocemente e ferocemente la partita dei vaccini. Perché se aspettiamo l'Europa moriremo tutti senza vaccino. Non perché non saremo vaccinati e ci ammaleremo, ma perché deventemo veci». Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, è intervenuto ieri sul tema dei vaccini, lanciando una dura accusa alla gestione comunitaria: «L'Europa peggio di così non poteva fare».
La notizia che sta facendo discutere è l'asse che si è creato tra Austria, Danimarca e Israele, Paese dei record nelle somministrazioni, per occuparsi insieme della produzione dei vaccini di seconda generazione. «Meno male che non l'ho fatto io altrimenti mi arrestavano», ha commentato Zaia ricordando le bordate ricevute «solo per aver avuto la colpa mortale di aver risposto» a chi nelle settimane passate aveva proposto vaccini al Veneto. «Il premier austriaco Kurz - ha detto Zaia - è andato nel posto giusto: Israele che sta già vaccinando tutta la popolazione. Spero che questa azione dia una sferzata all'Unione Europea per muoversi di più sul fronte dei vaccini».
Ma «andare in ordine sparso non è la scelta migliore per il Paese», hanno sottolineato i consiglieri regionali del Pd con il capogruppo Giacomo Possamai, pur sostenendo che «l'Ue deve cambiare marcia sulle vaccinazioni, andare in pressing sulle case farmaceutiche per far rispettare i contratti, valutare anche ulteriori opzioni d'acquisto, oltre a ipotizzare una deroga sui brevetti per aumentare la produzione».
LE OFFERTE
E poi c'è la questione dei vaccini non autorizzati da Ema. Se Zaia ha auspicato che il «vaccino cinese e lo Sputnik russo debbano essere valutati, perché noi non siamo i detentori del sapere», in Friuli Venezia Giulia il governatore Massimiliano Fedriga ha rivelato che alla sua Regione «sono arrivate delle proposte» di approvvigionamento di «vaccini al momento non autorizzati» in Europa. «Ma ci fermiamo là», ha aggiunto Fedriga, specificando che si tratta del vaccino russo e di quello cinese e che «malgrado i tentativi fatti e le interlocuzioni aperte, allo stato attuale non ci sono possibilità di acquisti diretti delle Regioni di vaccini autorizzati» in Europa.
LA POLEMICA
Sui vaccini da segnalare lo scontro a distanza tra il governatore Zaia e il portavoce dell'opposizione Arturo Lorenzoni. «L'organizzazione del piano vaccinale è nel caos più totale», ha denunciato Lorenzoni, riferendo di informazione carente se non del tutto assente, con i cittadini sempre più preoccupati. «Il fatto di disporre di pochi vaccini, ormai diventato un mantra, non può essere una scusa», ha detto il portavoce dell'opposizione. «Li informi lui nell'ottica della leale collaborazione - ha ribattuto Zaia - perché di assistenti contrari ne abbiamo un po' piene le scatole».
LA PROFILASSI
E se continua a tenere banco la bassa percentuale di vaccini del Veneto, il governatore Zaia continua a ripetere che è una scelta «prudenziale»: «Abbiamo 123mila dosi da parte per i richiami, perché se per caso le nuove dosi non mi arrivano cosa faccio con quelli che devono ricevere la seconda dose?». Il report della struttura commissariale aggiornato alle 19.30 di ieri dava in Italia 4,7 milioni di somministrazioni, pari al 72,1%. In Veneto con 366.888 dosi somministrate sulle 543.140 ricevute si è al 67,5%. Zaia e l'assessore Manuela Lanzarin hanno negato che ci siano cittadini che rifiutano il vaccino di AstraZeneca.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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