IL PUNTO
VENEZIA A due settimane dal trionfo di Wembley, quale conseguenza hanno

Sabato 24 Luglio 2021
IL PUNTO
VENEZIA A due settimane dal trionfo di Wembley, quale conseguenza hanno avuto in Veneto i festeggiamenti per la vittoria dell'Italia? Luca Zaia non proferisce una sola parola, ma alza un cartello eloquente: 669. Sono le infezioni rilevate nelle ultime ventiquattr'ore, le quali vanno a sommarsi alle 819 della giornata precedente e alle 457 dell'altra ancora. «È innegabile che i contagi stiano crescendo, dieci giorni fa erano 45 e quindi sono aumentati del 150%, per cui sappiamo già che la curva salirà ancora e non escludiamo a fine mese di superare i mille positivi», dice il presidente della Regione. Ma a contraltare dell'effetto Europei, va registrato anche il fattore Green Pass: l'ampia applicazione annunciata dal 6 agosto ha comportato un'impennata nelle richieste quotidiane di vaccinazione, che finora viaggiavano sulle 6-7.000, mentre giovedì sono schizzate a 13.000 e ieri addirittura a 20.000.
I PARAMETRI
Secondo solo alla Sardegna, il Veneto ha visto l'indice di contagio Rt passare nell'ultima settimana da 1,17 a 1,67. Il parametro non è più decisivo per l'eventuale trasloco dalla fascia bianca alla zona gialla: ora contano l'incidenza ogni centomila abitanti (che comunque supera la soglia di 50: ora è 68,9) e i tassi di occupazione ospedaliera (all'1,3% in Terapia intensiva con 18 ricoverati e allo 0,9% in area non critica con 242 degenti, mentre i nuovi tetti sono fissati rispettivamente a 100 e 900, cioè al 10% e al 15%).
Il professor Andrea Crisanti definisce i politici che hanno modificato gli indicatori «analfabeti di sanità pubblica», Zaia evita accuratamente di raccogliere la provocazione e resta sull'analisi della situazione: «I più contagiati sono i nati dal 1999 al 2004. Nella quasi totalità sono asintomatici, ma il rischio è che incrocino adulti o anziani non vaccinati». Cioè quelli che, come anticipato dai dati diffusi dal Gazzettino, finiscono in Terapia intensiva. E non solo, aggiunge il governatore: «Su 160 pazienti che abbiamo valutato nelle ultime settimane, comprendendo anche l'area non critica, i non vaccinati sono 144, i vaccinati con una sola dose 16, quelli con il ciclo completo 0».
L'ALLARME
Tra somministrazioni e prenotazioni, i dati della campagna scanditi dall'assessore Manuela Lanzarin mostrano gli 80enni al 99%, i 70enni al 90%, i 60enni al 55%, i 50enni al 76%, i 40enni al 66%, i 30enni al 59%, i 20enni al 63% e i 12-19enni al 39%. «Ci sono ancora 200.000 posti a disposizione fino all'8 settembre», aggiunge Zaia. Ed ora che il Green Pass diventa necessario per l'ingresso all'interno di bar e ristoranti, alle palestre, ai cinema, ai teatri e ai musei, «registriamo un assalto alla diligenza» in termini di domande di appuntamento, ma pure di certificazione, «mediamente 80-100 al giorno per farmacia, con punte anche superiori» specifica Federfarma Veneto.
Lancia infatti l'allarme il presidente Andrea Bellon: «In teoria il nostro ruolo doveva essere di supporto, invece i cittadini si stanno rivolgendo quasi esclusivamente alle farmacie, non trovando risposta presso gli altri soggetti che dovrebbero svolgere lo stesso servizio: medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e servizi preposti delle aziende sanitarie. Questo da una parte ci onora, perché conferma che quando parliamo delle farmacie come di un presidio territoriale del sistema sanitario non si tratta di uno slogan, ma di un dato di fatto, dall'altra parte però il fenomeno sta assumendo dimensioni che ci preoccupano, perché rende difficile svolgere le attività ordinarie delle farmacie che rispondono ai bisogni di salute dei cittadini. Abbiamo chiesto alla Regione un incontro urgente affinché si possa trovare una soluzione, se non altro ripristinando la suddivisione di questa attività tra i vari soggetti».
L'OBBLIGO
Nel tentativo di stemperare le polemiche scatenate dalle dichiarazioni del segretario leghista Matteo Salvini, il presidente Zaia puntualizza la sua posizione sul Green Pass, svelando fra l'altro di aver ricevuto dal Garante della privacy il rifiuto di imporlo per l'accesso agli ospedali («Noi lo abbiamo chiesto, ci è stato detto che non si può fare e ci siamo adeguati»). «Nel rispetto della libertà di tutti afferma il modello francese introduce l'obbligo in materia lapidaria e questo non va: io difendo la libertà di tutti. Penso che sia stato condiviso da tutti il fatto che un utilizzo più allargato del certificato verde fosse una cosa sostenibile, tant'è vero che è stato deciso di utilizzarlo dappertutto, tranne gli esterni dei locali e i mezzi di trasporto. Da frequentatore delle palestre, mi pongo però una domanda. Già mi misurano la temperatura e mi sottopongono alle altre misure anti-Covid, ora prendo atto che serve anche il Green Pass che infatti ho, ma chiedo: di questo passo siamo in grado di garantire i vaccini a tutti i cittadini? A me sembra che ne manchino, andiamo avanti con un tran-tran di 44.000 dosi al giorno in base alle forniture che riceviamo, ma adesso le richieste stanno aumentando in maniera significativa».
IL TURISMO
L'hanno domandato, e ricevuto, anche 300 turisti. «Ma gli stranieri arrivano già tutti con il Green Pass, come faremmo anche noi a ruoli invertiti per andare all'estero in sicurezza», annota Zaia. A proposito di risvolti turistici, in Veneto (e pure in Emilia Romagna, a sentire il presidente Stefano Bonaccini) resta il rammarico per la mancata riapertura delle discoteche: «Gli imprenditori del settore sono operatori economici, sono un elemento essenziale di promozione turistica, sono stati additati come untori ma ormai è certificato che non lo sono, sono spodestati dagli assembramenti senza controllo. E intanto noi perdiamo un'ottima occasione, perché potremo testare tutti i ragazzi all'ingresso e fare un grande monitoraggio per prevenire i contagi familiari».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci