I DATI
VENEZIA Alla fine della sessantanovesima settimana di emergenza, è

Lunedì 14 Giugno 2021
I DATI
VENEZIA Alla fine della sessantanovesima settimana di emergenza, è finalmente arrivata la sospirata tregua. Per due giorni di fila il Nordest non ha registrato vittime del Coronavirus: un sabato e una domenica senza decessi nei bollettini sia in Veneto che in Friuli Venezia Giulia, dove la striscia positiva si allunga oltretutto da venerdì. È difficile pensare che il record potrà continuare ancora per molto, visto che sarà purtroppo inevitabile qualche altro lutto, ma secondo gli addetti ai lavori è il segnale di una tendenza all'azzeramento che comincia a consolidarsi, in vista del raggiungimento di un obiettivo che nelle scorse settimane il sottosegretario Pierpaolo Sileri aveva indicato così a livello nazionale: «Tra fine giugno e inizio luglio avremo zero morti per Covid in Italia. Avremo gli stessi numeri che ha raggiunto il Regno Unito. Difficilmente faremo scomparire il virus dal pianeta, ma quando avremo 30 milioni di vaccinati ci sarà un effetto che interromperà la catena del contagio».
LA RIPERCUSSIONE
La rilevazione della struttura commissariale guidata da Francesco Paolo Figliuolo, secondo l'aggiornamento di ieri pomeriggio, riferisce che sono 14.019.080 gli italiani che possono considerarsi completamente immunizzati. Di questi, 1.043.450 sono veneti. Gli esperti sono pressoché concordi nel ritenere che la campagna vaccinale sta avendo un'oggettiva ripercussione sulla conformazione delle curve epidemiologiche. Ieri l'ha riconosciuto perfino il professor Andrea Crisanti, direttore dell'unità di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova, annoverato fra i pessimisti degli opinionisti televisivi. «I vaccini sono lo strumento fondamentale per uscire dalla crisi: se oggi non li avessimo, saremmo nella stessa situazione di un anno fa», ha dichiarato il docente universitario a Mezz'ora in più su Rai 3.
Ebbene l'apporto delle somministrazioni sull'andamento dei parametri, sommato al contributo legato alla bella stagione e dunque al fatto di stare di più all'aria aperta, determina una flessione che gli specialisti in Sanità pubblica e in Biostatistica collocano secondo un preciso ordine cronologico: la riduzione, infatti, viene osservata dapprima sui contagi, quindi sui ricoveri, infine sui decessi, con un intervallo di 10-14 giorni fra un indicatore e l'altro.
I NUMERI
Sfogliando giorno dopo giorno i bollettini, la sequenza del calo è oggettivamente vistosa. Il crollo dei contagi, e ancora più obiettivamente del tasso di positività rispetto ai tamponi effettuati, è ormai consolidato. Gli ospedali si stanno progressivamente svuotando ormai da settimane. Ora sono i numeri delle tragedie ad assottigliarsi. Ieri e l'altro ieri in Veneto zero decessi, dunque la drammatica conta è rimasta ferma a quota 11.600. Considerando a ritroso l'intera settimana, comunque, le cifre della letalità sono state piuttosto contenute: 1 morto venerdì, 3 giovedì, 4 mercoledì, 2 martedì, 3 lunedì. La tendenza è ancora più marcata in Friuli Venezia Giulia: nessuna vittima domenica, sabato e venerdì (per cui il conto totale rimane fermo a 3.794), 1 giovedì, nessuna mercoledì, 1 martedì, nessuna lunedì.
Come detto, la diminuzione si riflette anche nei tassi di occupazione ospedaliera. Il monitoraggio condotto da Agenas vede le Terapie intensive del Veneto al 3% e quelle del Friuli Venezia Giulia al 2%, mentre le aree non critiche sono rispettivamente al 2% e all'1%.
LA GIORNATA
Forse è inutile specificare che le cifre della giornata sono state confortanti a Nordest. Per quanto riguarda il doppio bollettino del Veneto, risultano 63 nuovi contagi (424.621 dall'inizio dell'emergenza). I pazienti intubati scendono a 52 (-2) e quelli accolti in altri reparti a 392 (-2). La rilevazione unica del Friuli Venezia Giulia indica altri 11 positivi (107.369 in tutto). I ricoverati in Terapia intensiva salgono a 4 (+1), mentre i degenti in area non critica diminuiscono a 8 (-4).
Su questo sfondo comincerà oggi una nuova settimana di vaccinazioni, con la novità del cambio di fiala per le persone con meno di 60 anni che avevano ricevuto la prima dose di AstraZeneca: ora avranno la somministrazione di PfizerBiontech o Moderna.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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