Dal Veneto al Friuli tutto chiuso per virus Aumentano i contagi

Lunedì 24 Febbraio 2020
LE DISPOSIZIONI
VENEZIA Neanche più in chiesa si può andare. Chiusa la Basilica di San Marco a Venezia, chiuso il Duomo di Milano. Niente messe, scuole chiuse. Interrotto il Carnevale in laguna. Vietate tutte le aggregazioni di persone su suoli pubblici e privati. Il Nord Italia è chiuso per coronavirus. Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Bolzano, Emilia Romagna: l'invito è di stare il più possibile lontano dalle folle. E se a qualcuno venisse in mente di associare il Covid-19 alla peste cinquecentesca, non sbaglierebbe poi tanto: lombardi e veneti sono considerati untori, a Ischia prima dell'intervento del prefetto ne era stato vietato lo sbarco, all'università di Teramo sono state interdette le lezioni solo per gli studenti lombardi e veneti, mentre il governatore della Carinzia Peter Kaiser ha allargato il tiro sconsigliando i viaggi in Italia. Altro che peste. «Ho quattro commissariamenti alle spalle, dall'alluvione del 2010 alla tempesta Vaia, ma questa è la peggiore partita che è toccata al Veneto nella sua storia», dice il governatore del Veneto Luca Zaia. Porta la sua firma, assieme a quella del ministro della Salute Roberto Speranza, l'ordinanza contingibile e urgente numero 1, emessa ieri sera, che dispone misure straordinarie per tentare di contenere la diffusione del virus. Anche perché i contagiati sono aumentati: in Veneto siamo a quota 25 compresa la prima vittima.
LO STOP
L'ordinanza Speranza-Zaia sospende dalla scorsa mezzanotte e fino al 1° marzo tutte le manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura: gare sportive, feste in discoteca, messe e celebrazioni liturgiche. Scuole chiuse fino a domenica prossima, con l'unica esclusione dei medici in formazione specialistica. Portoni sbarrati dei musei. Cancellate tutte le gite scolastiche dentro e fuori l'Italia. Le visite ai pazienti ricoverati in ospedale o agli anziani nelle case di riposo dovranno essere limitate a una sola persona. Per una volta i pendolari non si lamenteranno della sporcizia dei treni perché i convogli dovranno essere puliti e disinfettati ogni giorno e lo stesso dicasi per autobus, vaporetti, aerei. Stop anche ai concorsi, con l'unica eccezione di quelli per il personale sanitario. Nessun divieto, invece, per ristoranti e bar: in Veneto, spiega l'assessore Manuela Lanzarin, l'ordinanza non ha interessato la sfera commerciale (la Lombardia, al contrario, ha disposto che i bar, ma non i ristoranti, chiudano dalle 18 alle 6). Interrotto il Carnevale di Venezia: niente martedì grasso in piazza San Marco ma neanche la cerimonia delle Ceneri il giorno seguente. La Basilica, del resto, non sarà accessibile nemmeno per dire una preghiera solitaria. «Sappiamo di creare un grave disagio per tutti - ha detto Zaia - ma la salute viene prima di tutto, non avrei mai voluto firmare un documento del genere, è l'atto più difficile che un presidente di Regione possa prendere. È per un sacrificio che spero venga capito, la salute viene prima di tutto».
LE MULTE
Si tratta di una ordinanza aperta, significa che potrebbero essere aggiunte altre prescrizioni (c'è chi ipotizza ad esempio i cinema) e che i termini dei divieti potrebbero essere allungati. «Se necessario - ha detto il governatore - sarà reiterata». Sono previste anche multe per chi non dovesse attenersi alle disposizioni: articolo 650 del Codice penale, fino a tre mesi di arresto, multa di 206 euro.
I NUMERI
I casi di persone contagiate dal coronavirus in Veneto sono saliti a 25. Va detto che ci sono due casi che Roma considera dubbi, mentre in Veneto no. Il dettaglio: 19 casi sono concentrati a Vo' Euganeo (compreso Adriano Trevisan, deceduto venerdì scorso), 1 a Oriago di Mira in provincia di Venezia (ora ricoverato a Padova in Terapia intensiva), 3 a Dolo (un medico, un infermiere e un addetto alle pulizie dell'ospedale dove è stato curato il paziente di Oriago di Mira), 2 a Venezia. Questi ultimi sono due anziani, uno di 88 e l'altro di 86 anni, che abitano in centro storico, ricoverati all'ospedale civile di Venezia. «Speravamo che queste due persone venissero da altrove - ha detto Zaia - ma sono veneziani doc quindi il virus c'è anche qui. Sono due casi che ci preoccupano perché sono pazienti che non hanno una storia clinica e sociale riferita alla comunità cinese o a persone che venivano da zone infette. Stiamo ricostruendo la loro storia e procedendo, come da protocollo, per fasi concentriche per risalire ai contatti avuti da loro». Attualmente nel reparto di Malattie infettive a Padova sono ricoverate otto persone, altre due sono invece in Terapia intensiva.
PAZIENTE ZERO
Anche se gli studiosi ormai riservano poca attenzione al cosiddetto paziente zero, cioè la persona che avrebbe iniziato il contagio, va registrato che gli otto cinesi di Vo' Euganei sono risultati negativi al coronavirus. Tra l'altro i casi di Vo', di Mira e di Venezia sembrano non avere alcun collegamento e quindi i pazienti zero in Veneto dovrebbero essere più di uno.
PRECAUZIONI IN FVG
In Friuli Venezia Giulia non risultano casi conclamati di contagio, ma il governatore Massimiliano Fedriga ha ritenuto opportuno disporre comunque la chiusura fino al 1° marzo delle scuole e, come in Veneto, sospendere tutte le manifestazioni e ogni forma di aggregazione in luogo pubblico o privato. «Nessun caso conclamato in Friuli Venezia Giulia - ha detto Fedriga - ma stiamo operando come se ci fosse per garantire la massima sicurezza alla popolazione». Il Friuli ha disposto inoltre la sospensione di ogni viaggio di istruzione in Italia e all'estero, esattamente come nelle altre Regioni del Niord, e la permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva per coloro che sono rientrati da zone a rischio epidemiologico. Oggi pomeriggio si terrà una riunione con tutti i sindaci per condividere le misure più idonee da adottare per affrontare l'emergenza coronavirus.
NUMERO VERDE
Intanto la Regione Veneto ha attivato il numero verde 800462340. I medici di medicina generale potranno essere contattati telefonicamente dai loro assistiti che percepiscano sintomi, e che non dovranno quindi recarsi in ambulatorio. Il medico effettuerà un triage telefonico e deciderà se è necessario effettuare una visita domiciliare o attivare l'intervento del servizio di igiene pubblica o del sistema di emergenza.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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