Bonafede lancia la sfida alla Lega: «Conflitto di interessi, la legge si fa»

Mercoledì 14 Novembre 2018
Bonafede lancia la sfida alla Lega: «Conflitto di interessi, la legge si fa»
IL CASO
ROMA Prescrizione e anticorruzione sono temi importanti, ma per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede lo diventa sempre di più anche il conflitto di interessi. Un intervento che sarà fatto in ottica ampia, dice al margine di un convegno alla Luiss: «La legge sul conflitto di interessi è nel contratto di governo, per noi è una battaglia fondamentale e si farà. Su questo c'è l'impegno del Movimento da sempre. Ci occuperemo anche di conflitto di interessi in editoria per avere finalmente stampa libera e pluralismo in Italia». La tensione con la Lega sull'argomento è evidente, Salvini ha detto più volte che non condivide l'impostazione e che l'argomento non lo convince. Due giorni fa ha chiuso: «Il conflitto di interessi non è una mia priorità». Lo scambio di battute fa già capire che l'argomento accenderà i cuori della maggioranza giallo verde, visto che il Guardasigilli ieri ha ripetuto che invece la priorità c'è, «è a prescindere dalle opinioni, il contratto di governo è chiarissimo». A favore di una legge, purché sia ampia, è anche il presidente di Anac, Raffaele Cantone: «Abbiamo necessità di una legge sul conflitto di interessi nella pubblica amministrazione - spiega - il punto irrinunciabile è che i conflitti emergano, siano trasparenti perché spesso sono l'anticamera dei fatti di corruzione».
I FLASH MOB
Il tema del rapporto tra i Cinque stelle e i giornalisti ha attraversato l'intera giornata di ieri. In tutti i capoluoghi di provincia i giornalisti sono scesi in piazza contro gli attacchi ricevuti nei giorni scorsi, quando i cronisti sono stati chiamati «infimi sciacalli» e «puttane»: flash mob organizzati dalla Fnsi, con l'adesione dei sindacati, dell'ordine dei giornalisti e dell'Anci. «La libertà di informazione - replica Di Maio - si garantisce prima di tutto migliorando le condizioni di lavoro dei giornalisti. Soprattutto i giornalisti sottopagati, al limite dello sfruttamento». Poi la replica all'opposizione: «Chi parla di dittatura oggi o di pericolo di dittatura come Berlusconi, mi fa un pò ridere perché rappresenta quella classe politica che quando era al governo ha addirittura epurato giornalisti come Biagi, Luttazzi e Santoro». Prova a gettare acqua sul fuoco il premier Giuseppe Conte: «Delle volte - sostiene - può capitare che, come voi attaccate violentemente, veniate attaccati violentemente con qualche affermazione lessicale che possiamo giudicare eccessiva». Ma il fronte pentastellato non è compatto. La senatrice ribelle Elena Fattori lancia la sfida: «Coerenza vorrebbe che per dimostrare la loro verginità tutti i giornalisti eletti col 5 stelle si dimettessero». A difesa della stampa anche l'Agcom: «Ogni attacco agli organi di stampa rischia di ledere il principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero».
Sa. Men.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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