Atlantia, svolta al vertice Castellucci si dimette la gestione a un comitato

Mercoledì 18 Settembre 2019
LA STRATEGIA
ROMA Il cda di Atlantia ha deciso per la svolta e lo ha fatto, come previsto, incassando il passo indietro «condiviso» dell'ad Giovanni Castellucci. Sarà un comitato esecutivo, almeno per il momento, a traghettare la società che controlla Autostrade per l'Italia e Adr verso un nuovo vertice, evitando scossoni nella trattativa con il governo sulla concessione autostradale ma anche sulla rotta verso Alitalia. Hanno pesato le preoccupazioni della famiglia Benetton, che attraverso Edizione controlla il 30,25% della holding, sulla decisione del cda fiume di ieri. Ma ha avuto il suo ruolo anche la determinazione a salvaguardare la strategia futura di Atlantia, da un anno sotto i colpi dei Cinquestelle e delle inchieste giudiziarie scattate dopo la tragedia del Ponte Morandi.
Il colpo di grazia è giunto con l'inchiesta bis della Procura di Genova sui falsi report che fotografavano le condizioni delle infrastrutture gestite da Autostrade anche dopo il crollo di Genova. Documenti e intercettazioni che hanno fatto scattare la scorsa settimana tre misure cautelari e sei interventi interdittivi dalla Procura, sei sospensioni tra Aspi e Spea e la scelta di Autostrade per la «totale trasparenza» su manutenzione e controlli. Ma certi buchi nella sicurezza sono stati considerati inaccettabili per la famiglia Benetton che, dopo aver annunciato «iniziative necessarie e doverose», ha tracciato la linea non più rinviabile del voltare pagina al vertice di Atlantia.
IL CAMBIO DI PASSO
La parola d'ordine è cambiamento, è il mandato comunicato alle seconde generazioni e ai manager. La famiglia punta trovare una mediazione e riaprire il dialogo a livello governativo. Anche a costo di bere l'amaro calice, con il passo indietro di Castellucci che ancora ieri per alcuni era in forse. Al punto da far scrivere nel comunicato che l'uscita del manager, ex amministratore delegato di Autostrade e da 18 anni uomo di fiducia della famiglia, è una soluzione «consensuale». Mentre sarebbero stati i fondi esteri a spingere verso una gestione della transizione affidata a un comitato, invece che nelle mani di un'unica figura. Così le deleghe esecutive sono trasferite in via temporanea al presidente Fabio Cerchiai, insieme a quattro consiglieri, Carlo Bertazzo, Anna Chiara Invernizzi, Gioia Ghezzi e Carlo Malacarne. Mentre Giancarlo Guenzi, da oggi direttore generale, cede il testimone di cfo a Tiziano Ceccarani. Una via, questa, prevista dallo statuto, che consente di prendere tempo - sotto la guida del presidente - per cercare un nuovo amministratore delegato.
Ma è anche una soluzione market friendly, agli occhi di investitori come GIC Pet. Limited, il fondo sovrano del governo di Singapore, (con l'8,14% di Atlantia) e dell'inglese HSBC Holdings (5%), che insieme a Lazard Asset management (5%), alla Fondazione della Cassa di Torino (5,08%) e alla holding dei Benetton hanno in mano quasi il 50% del capitale. Mentre anche buona parte del flottante è in mani estere. Del resto, il titolo Atlantia, che nelle ultime due sedute aveva accumulato una perdita in Borsa di circa il 15%, ha chiuso la seduta di ieri in recupero dell'1,5% (a 20,76 euro) in attesa dell'esito del cda quasi scontato.
Sullo sfondo resta l'operazione Abertis, da implementare, la delicata partita della revisione complessiva delle concessioni autostradali che si incrocia con la possibile revoca dei 38 chilometri del Ponte Morandi. E c'è l'offerta per il controllo di Alitalia insieme a Fs, Delta e Mef, da chiudere entro un mese. Resta ovviamente aperto anche il complesso dossier delle indagini giudiziarie.
Castellucci lascia il gruppo con 13 milioni di buonuscita, da percepire a rate fino al 2022 a patto che «non emergano condotte dolose» del manager, oltre alle competenze di fine rapporto. Ma per qualsiasi giudizio civile, penale o amministrativo che dovesse coinvolgere il manager anche dopo la cessazione dei rapporti «ogni onere, anche per indennizzi e risarcimenti e anche per spese legali e peritali, sarà a carico della società», chiarisce il cda di Atlantia. Salvo che emergano «condotte dolose comprovate e accertate» dell'ex amministratore delegato, che ieri ha chiuso un'era durata tredici anni, e che ha visto il gruppo diventare un leader globale nel settore delle infrastrutture. Un gruppo che gestisce 14.000 chilometri di autostrade a pedaggio, gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino in Italia e i tre scali di Nizza, Cannes-Mandelieu e Saint Tropez in Francia con oltre 60 milioni di passeggeri complessivi l'anno, con 32.000 dipendenti complessivi.
Roberta Amoruso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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