A Nordest ha ucciso di più la seconda ondata del virus con picchi di oltre il 45%

Sabato 6 Marzo 2021
IL BILANCIO
VENEZIA Mai così tanti morti dal dopoguerra. Si sono contati 746.146 decessi nel 2020, 100.526 in più rispetto alla media dei cinque anni compresi tra il 2015 e il 2019, che tradotto in percentuale fa registrare un più 15,6.
A pesare la pandemia nelle sue due ondate che hanno avuto andamento diverso a seconda delle varie regioni d'Italia. Il bilancio della prima fase dell'epidemia, che comprende i mesi tra marzo e maggio, è particolarmente pesante nel Nord Italia, con crescite più contenute solo in Veneto e Friuli Venezia Giulia che hanno un eccesso di decessi rispetto al quinquennio precedente rispettivamente del +19,4% e +9%. Cifre che sono però raddoppiate in Veneto e addirittura quadruplicate in Friuli durante la seconda ondata, quella partita dopo l'estate e che si è concentrata soprattutto nell'ultimo trimestre dell'anno.
LA PRIMA FASE
Ma andiamo per ordine, il macigno più pesante prima dei mesi estivi è caduto soprattutto sulla Lombardia con addirittura una crescita dell'111,8% di morti nel periodo marzo-maggio 2020, mentre per tutte le altre regioni del Nord, nel medesimo arco di tempo, l'incremento dei decessi è compreso tra il 42% e il 47% con la sola eccezione, appunto, delle regioni del Nordest d'Italia che sono riuscite a contenere la prima travolgente ondata. A svelare il triste conteggio di vite umane perse è il Rapporto Iss-Istat Impatto dell'epidemia Covid sulla mortalità 2020.
GLI ANZIANI
Se ne sono andati soprattutto i nonni. Il contributo più rilevante all'eccesso dei decessi 2020, come si è sempre detto e come è stato quindi confermato dai numeri, è dovuto all'incremento dei morti tra la popolazione che ha più di 80 anni, questo spiega il 76,3% dell'aumento di mortalità complessivo. In totale sono morti in 486.255 tra gli over 80 (76.708 in più rispetto al quinquennio precedente). L'incremento della mortalità nella classe di età 65-79 anni in termini assoluti è invece di oltre 20mila vite perse (su un totale di 184.708 morti nel 2020). Ma tra il prima e il dopo l'estate ci sono grandissime differenze.
L'ULTIMO TRIMESTRE
Un diverso andamento della mortalità si è avuto durante la seconda ondata di coronavirus in Italia. In alcune regioni l'eccesso di mortalità dell'ultimo trimestre del 2020 supera di gran lunga quello della prima ondata Covid (marzo-maggio 2020) e questo accade anche e sooprattutto a Nordest specie in Friuli Venezia Giulia che passa al +45,6% dell'ultimo trimestre dell'anno a fronte del +9% del periodo marzo-maggio, il Veneto ha invece registrato il +44,4% rispetto al 19,4% e nella Provincia autonoma di Trento il +65,4% rispetto al +53,1%.
Un maggior numero di vittime nella seconda ondata della pandemia che si è registrato anche in Valle d'Aosta (+63,7% rispetto al +42,6% di marzo-maggio) e in Piemonte (+53% rispetto al +47,5%). Al contrario, l'eccesso di mortalità ottobre-dicembre sulla media dello stesso periodo per 2015-2019, è più basso di quello della prima ondata in Lombardia (+37,1% contro al +111,8%), Emilia Romagna (+25,4% sul +43,6%), Liguria (+33,9 contro +42,2%) e nella Provincia autonoma di Bolzano (+39,1% rispetto a +45,4%).
r.ian.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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