Il medico di Verona che ha ispirato Freud e la sua psicanalisi

Sabato 23 Settembre 2023 di Adriano Favaro
Il medico di Verona che ha ispirato Freud e la sua psicanalisi

Ristampato “Miti emblemi spie”, il volume in cui lo storico Carlo Ginzburg indaga sui dati marginali che diventano rivelatori, dal giallo alla medicina. Il caso di Giovanni Morelli e del metodo per l’attribuzione dei quadri che sta alla base della psicanalisi.

Questa è la storia di come siano nati i gialli, ma anche di come la medicina, utilizzando segni, indizi cioè, e intuizioni riesca a predire le malattie.

Atto primo. Sigmund Freud lo confessa e lo scrive: una parte delle sue intuizioni e scoperte psicoanalitiche le deve anche ad un medico veneto, veronese storico dell'arte, Giovanni Morelli (1816-1891), senatore del regno d'Italia dopo aver partecipato ai moti del '48; "inventore" di un formidabile metodo per le attribuzioni di quadri antichi. Morelli che per il suo sistema aveva disegnato una sterminata antologia di orecchie, unghie dita, caviglie e pieghe di autori celebri, usate come indizi per l'autenticità - venne prima osannato, poi dimenticato e contemporaneamente cannibalizzato dai critici e antiquari di mezzo mondo. Morelli diceva per esempio: solo Botticelli dipinge quei particolari anatomici mentre chi lo copia trascura i particolari, come orecchie o svolazzi dei capelli.


SCOPERTE IMPREVISTE
Atto secondo. Molti sono convinti che la parola inglese serendipity usata dal 1754 per designare "le scoperte impreviste, fatte grazie al caso e all'intelligenza" sia da riferire solo allo scrittore e studioso Horace Walpole, conosciuti da molti come il padre del romanzo gotico. Sarà lui, di ritorno da un gran Tour in Italia, dopo che ha conosciuto un libro stampato a Venezia e tradotto in inglese, a scrivere in una lettera ad un amico per la prima volta la parola. Ma la storia di Serendippo e dei suoi tre figli è ancora una volta opera che coinvolge il Veneto, perché è a Venezia che l'editore Michele Tramezzino pubblicò, nel 1557, il "Peregrinaggio di tre giovani figliuoli del re di Serendippo, per opera di M. Christoforo Armeno della persiana nell'italiana lingua trapportato". Alla traduzione italiana di Cristoforo Armeno si sa quasi niente, tanti sospettano un nome fittizio - seguirono quelle delle lingue maggiori d'Europa, un successo mondiale per allora. E Serendippo entrò nella nostra lingua anche se con accento inglese e non veneziano.


GALLERIE D'ARTE
Atto terzo. «Molto tempo prima ch'io potessi sentir parlare di psicoanalisi, venni a sapere che un esperto d'arte russo, Ivan Lermolieff, i cui primi saggi furono pubblicati in lingua tedesca tra il 1874 e il 1876, aveva provocato una rivoluzione nelle gallerie d'Europa rimettendo in discussione l'attribuzione di molti quadri ai singoli pittori, insegnando a distinguere con sicurezza le imitazioni dagli originali (). Egli era giunto a questo risultato prescindendo dall'impressione generale e dai tratti fondamentali del dipinto, sottolineando invece l'importanza caratteristica di dettagli secondari, di particolari insignificanti come la conformazione delle unghie, dei lobi auricolari, dell'aureola e di altri elementi che passano di solito inosservati e che il copista trascura di imitare, mentre invece ogni artista li esegue in maniera che lo contraddistingue. È stato poi molto interessante per me apprendere che sotto lo pseudonimo russo si celava un medico italiano di nome Morelli. Diventato senatore del regno d'Italia, Morelli è morto nel 1891. Io credo che il suo metodo sia strettamente apparentato con la tecnica della psicoanalisi medica. Anche questa è avvezza a penetrare cose segrete e nascoste in base a elementi poco apprezzati o inavvertiti, ai detriti o «rifiuti» della nostra osservazione». Queste sono le parole di Sigmund Freud nel saggio "Il Mosè di Michelangelo" (1914) riportato dallo storico Carlo Ginzburg nel suo libro "Miti emblemi spie" che Adelphi ha appena ristampato dopo la prima edizione apparsa 40 anni fa (35, pp 333) aggiungendo un saggio e una postfazione dell'autore.


CONNESSIONE
Scrive Ginzburg: «Tutta la dichiarazione di Freud che abbiamo citato assicura a Giovanni Morelli un posto speciale nella storia della formazione della psicoanalisi. Si tratta infatti di una connessione documentata e non congetturale () l'incontro con gli scritti di Morelli avvenne, come abbiamo detto, nella fase "preanalitica" di Freud. Abbiamo a che fare, quindi, con un elemento che ha contribuito direttamente alla cristallizzazione della psicoanalisi». Morelli era medico, come Freud e come vedremo dopo anche Conan Doyle creatore di Sherlock Holmes aveva fatto il medico. «In tutti e tre i casi scrive Ginzburg - s'intravede il modello della semeiotica medica: la disciplina che consente di diagnosticare le malattie inaccessibili all'osservazione diretta sulla base di sintomi superficiali, talvolta irrilevanti agli occhi del profano».


Atto quarto. Nasce il racconto "giallo". La storia aveva girato in tutto l'Oriente, tra chirghisi, tartari, ebrei, turchi e altre popolazioni, era approdata nella "Raccolta di 155 Novelle" del toscano Giovanni Sercambi, contemporaneo di Boccaccio fino a invadere l'Europa poi, dopo la stampa a Venezia di Serendippo. La storia più famosa è quella di tre fratelli che incontrando un uomo che ha perso un cammello (ci sono varianti con altri diversi animali) glielo descrivono: è bianco, cieco da un occhio, ha due otri sulla schiena, uno con vino l'altro con olio. Accusati di essere loro i ladri vengono invece liberati perché dimostrano di aver descritto il cammello solo per gli indizi osservati. «Si capisce che è cieco perché perché l'erba è brucata di più da un solo lato della strada», sui lati della strada ci sono differenti insetti, a seconda di quello di cui amano nutrirsi, olio o vino; e via così. La capacità di osservazione di indizi porta a scoperte, anche non attese: nasce Serendipity, come conierà Walpole. Ma prima dell'autore inglese si era cimentato Voltaire che aveva letto la traduzione francese di Serendippo e nel libro "Zadig" aveva riscritto la storia dei tre fratelli sostituendo al cammello la cagna della regina e il cavallo del re; Zadig legge gli indizi, le tracce, le orme e spiega tutto dei due animali. «In Zadig - scrive Ginzburg citando Voltaire - c'era l'embrione del romanzo poliziesco. Ad esso s'ispirarono Poe, Gaboriau, Conan Doyle».


HENRY DOYLE
Atto quinto. Non è trascurabile il fatto che uno zio di Conan Doyle, Henry Doyle, pittore, critico d'arte e direttore della National Art di Dublino, conoscesse il nostro Giovanni Morelli, senatore veronese che aveva scritto in tedesco perché aveva studiato a Vienna e che mezza Europa invidiava per la sua abilità. Morelli usava uno pseudonimo-quasi anagramma e anche «il saggio sul Mosè di Michelangelo apparve in un primo tempo anonimo ricorda Ginzburg - Freud ne riconobbe la paternità soltanto al momento di includerlo nelle sue opere complete. Si è supposto che la tendenza di Morelli a cancellare, occultandola sotto pseudonimi, la propria personalità di autore, avesse finito in certo modo col contagiare anche Freud».
Ma che cosa poté rappresentare per Freud per il giovane Freud, ancora lontanissimo dalla psicoanalisi la lettura dei saggi di Morelli?


LE CRITICHE
«È Freud stesso a indicarlo annota Ginzburg -: la proposta di un metodo interpretativo imperniato sugli scarti, sui dati marginali, considerati come rivelatori. In tal modo, particolari ritenuti di solito senza importanza, o addirittura triviali, "bassi", fornivano la chiave per accedere ai prodotti più elevati dello spirito umano: «I miei avversari» scriveva ironicamente Morelli (un'ironia fatta apposta per piacere a Freud) «si compiacciono di qualificarmi per uno il quale non sa vedere il senso spirituale di un'opera d'arte e per questo dà una particolare importanza a mezzi esteriori, quali le forme della mano, dell'orecchio, e persino, horribile dictu, di così antipatico oggetto qual è quello delle unghie». Morelli, Holmes e Freud lavoravano in modo analogo: sintomi (nel caso di Freud), indizi (nel caso di Sherlock Holmes), segni pittorici (nel caso di Morelli).
Tecniche da tenere presente almeno quando si va dal medico, si guarda un giallo o si entra in una pinacoteca.

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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