È stato condannato a 30 anni di carcere Davide Fontana, il 44enne a processo per aver ucciso la 29enne Carol Maltesi, nella sua casa di Rescaldina (Milano) e aver poi disperso i suoi resti, fatti a pezzi, in provincia di Brescia.
Carol Maltesi, mamma di un figlio piccolo che abita a Verona, lavorava come commessa in un negozio di profumi e negli ultimi anni si era avvicinata al mondo del porno a pagamento attraverso il sito «Onlyfans» col nome «Charlotte Angie». Una perizia psichiatrica ha accertato che l'imputato era capace di intendere e di volere.
Secondo la Procura l'uomo ha agito per motivi legati alle scelte della donna: Carol gli aveva da poco confidato di aver deciso di trasferirsi a Verona, per stare più vicino al suo bimbo, avuto da una precedente relazione. La difesa lo ha invece escluso, chiedendo il riconoscimento delle attenuanti generiche dopo la confessione di Fontana. Durante l'udienza di oggi sono stati ridimensionati anche i risarcimenti: assegnati 180mila euro al figlio, 20mila al padre del bimbo e 100mila euro ai genitori.
Carol Maltesi, la zia: «Senza ergastolo non abbiamo avuto giustizia»
«È una vergogna, mia nipote l'ergastolo lo ha avuto a vita, così come sua madre e il mio nipotino». Sono le parole della zia di Carol Maltesi, Anna, al termine del processo di Davide Fontana. «Lascio tutto nelle mani di Dio, è una vergogna - ha ribadito tra le lacrime - ci aspettavamo l'ergastolo, anche se a mia sorella non interessava, perché tanto niente le riporterà Carol». «Con tutto quello che succede - ha concluso -, tra dieci anni sarà fuori e potrà rifarsi una vita, mia nipote a 26 anni non torna più».
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