"Buco" da 150mila euro, il centro fitness Trigonos verso il fallimento

Domenica 2 Luglio 2023 di Nicola De Rossi
Chiude la palestra Trigonos di Maerne schiacciata dai debiti

MARTELLAGO - Schiacciato dai debiti il Trigonos getta la spugna: duro colpo per gli appassionati di fitness, per linea e muscoli ma anche per il portafoglio e si paventano azioni legali. Venerdì la società che gestisce la struttura in via Toniolo a Maerne, leader nel settore coi suoi tremila metri quadri di palestre attrezzate, sale corsi, piscina, sauna, ecc., ha comunicato ai 600 clienti che da lunedì il centro chiude, per sempre.

«Ci piange il cuore, siamo qui da 19 anni, in cui abbiamo svolto attività sportiva ma anche sociale, penso a bambini e anziani, ma non ce la facciamo più: le abbiamo provate tutte ma nessuno ci ha aiutato - lamenta la titolare Consuelo Zopegni - Il Covid ci ha messo in ginocchio e non siamo più riusciti a tornare ai numeri di prima, avevamo mille iscritti».


I DEBITI
Il “buco” supera i 150mila euro: la società non paga da oltre un anno l’affitto ai proprietari dell’immobile, il grosso, con conseguente sfratto, ma poi ci sono le bollette delle utenze, fornitori, l’Iva. «Non c’è stata alcuna truffa” - asserisce Zopegni - molti fruitori si sono profusi in ringraziamenti commossi, ma diversi altri sono a dir poco contrariati e imputano ai gestori non solo e tanto di averli avvisati dello stop un giorno per l’altro, quanto di aver continuato a vendere fino alla settimana scorsa, pur sapendo della situazione, gli abbonamenti, sia quelli mensili per luglio (costo, 45 euro minori, 55 adulti) sia soprattutto quelli annuali, da 468 euro in su. «Avevamo trovato un finanziatore che doveva mettere dei soldi e già avviato le pratiche, ma all’ultimo si è tirato indietro e non c’è rimasto che aprire tramite il commercialista la procedura di crisi - giustifica Zopegni - Gli abbonamenti attivi però non andranno persi, sia mensili sia annuali, che sono massimo un centinaio: abbiamo fatto un accordo con la palestra Newarea di Olmo dove si potranno recuperare, come durante la pandemia, in cui tutti hanno recuperato tutto». 
Per non perdere le quote già versate però i clienti non avranno altre opzioni, oltre al fatto che i gestori hanno già fatto sapere di non essere in grado di restituire loro, altro motivo di scontro, la cauzione di 15 euro per i badge d’ingresso alle sale.

Così come la ventina di collaboratori sportivi che lavoravano al Trigonos, e resteranno senza quest’impiego, non vedranno lo stipendio di giugno, la società è riuscita a pagarli fino a maggio. Andranno a ingrossare le fila dei creditori. Adesso infatti, ammette la titolare, i libri contabili saranno depositati in Tribunale, saranno messe all’asta tutte le attrezzature e i beni della società, proprietaria di tutto ciò che c’è dentro il centro, piscina compresa, e col ricavato, che però non basterà, si salderà chi avanza soldi, proprietari dei “muri” in primis. Il Trigonos nel frattempo, ma ci vorranno mesi se non anni, resterà malinconicamente chiuso.

Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci