Telecamere e vigilantes per i bar e i ristoranti: al via il protocollo di sicurezza per i pubblici esercizi

Primo passo per il protocollo d'intesa per la sicurezza dei pubblici esercizi, le associazioni di categoria auspicano un iter veloce per l'installazione. E c'è chi chiede un sistema di vigilanza privata

giovedì 1 maggio 2025 di Raffaella Vittadello
Telecamere e vigilantes per i bar e i ristoranti: al via il protocollo di sicurezza per i pubblici esercizi

VENEZIA - Più telecamere dentro e fuori i pubblici esercizi, che facciano da deterrente a comportamenti pericolosi, una cartellonistica diversa per informare meglio i clienti, una illuminazione più adeguata nelle aree interessate dalle attività, un codice dell'avventore da esporre nei locali, con particolare attenzione al divieto di somministrazione di alcol ai minori, e a tutti dalle 24 alle 7 di mattina. Ma anche la proposta di vigilanza privata, secondo modalità da concordare. Le proposte avanzate dalle associazioni di categoria, presentate ieri in Prefettura al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, sono state accolte con soddisfazione, in quanto giudicate in linea con le misure previste dalle nuove linee guida per la prevenzione degli atti illegali e di situazioni di pericolo contenute nel decreto varato a gennaio dal Ministero dell'Interno.

C'erano i rappresentanti del Comune (gli assessori Elisabetta Pesce e Sebastiano Costalonga) e delle forze dell'ordine, come pure i vertici di Confesercenti Angelo Zamprotta e Alvise Canniello, di Confcommercio Metropolitana Venezia Francesco Antonich, di Confcommercio Ascom Venezia Roberto Panciera e Nicoletta Bozzato, di Aepe Tommaso Sichero, Ernesto Pancin e Valentina Di Matteo, di Ava Claudio Scarpa e Daniele Minotto.

La riunione ha rappresentato il primo step operativo per la definizione di un accordo, che prevede un "patto cooperativo" tra i gestori degli esercizi pubblici e le forze dell'ordine per aumentare il livello di prevenzione dell'illegalità.

 

LA REALTA' VENEZIANA

I rappresentanti delle associazioni di categoria hanno rilevato la necessità di adeguare alcune misure alla realtà locale di Venezia, su indicazione degli assessori Pesce e Costalonga che avevano condotto dei pre-incontri sul protocollo.

Affrontando il problema della collocazione della videosorveglianza, in una città come il centro storico lagunare dove tutte le installazioni sottostanno al vincolo paesaggistico e l'auspicio è stato che si possano trovare delle modalità in accordo con la Soprintendenza, per velocizzare l'iter autorizzativo, oltre che l'estensione dell'accordo anche al resto del territorio metropolitano.

Sulle telecamere «riteniamo debba essere definito chiaramente il posizionamento degli apparecchi e l'eventuale perimetro di ripresa consentito chiarendo soprattutto se esso possa estendersi alle aree di somministrazione su suolo pubblico e/o alle "immediate vicinanze" dell'esercizio pubblico» ha detto Angelo Zamprotta.
Sulla vigilanza privata, Confesercenti ha assicurato al Prefetto la disponibilità di Assicurezza, l'associazione di rappresentanza delle imprese della vigilanza aderente a Confesercenti, proponendo che l'intesa potrebbe anche contenere l'impegno dei firmatari a sollecitare il riconoscimento da parte della Regione Veneto degli addetti alla prevenzione dei rischi e mediazione dei conflitti specificatamente formati (su modello emiliano degli "street tutor").

Si è parlato anche dell'adozione di un "codice di condotta dell'avventore" e di meccanismi premiali per gli esercenti virtuosi, infine della necessità di individuare dei referenti della sicurezza con il compito di mediare sui conflitti nello spazio adiacente ai locali. Su questo argomento Confesercenti ha sollecitato che siano «definiti i contenuti minimi per la formazione di imprenditori e dipendenti». 

Ultimo aggiornamento: 21:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci