Lavori di ristrutturazione con il Superbonus, poi controlla il suo "cassetto fiscale" e scopre che i crediti sono stati ceduti: frode di 9,5 milioni di euro

Martedì 27 Giugno 2023 di Redazione web
Fa i lavori di ristrutturazione con il Superbonus 110, ma i crediti fiscali vengono ceduti triplicati ad altre società: frode di oltre 9,5 milioni di euro

VENEZIA​Fa i lavori di ristrutturazione con il Superbonus 110, ma i crediti fiscali vengono ceduti triplicati ad altre società: frode ​di oltre 9,5 milioni di euro. I militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Venezia e la Procura della Repubblica di Firenze hanno sottoposto a sequestro crediti fittizi da Superbonus 110, di cui all’art.119 del D.L. 34/2020, per un controvalore di oltre 9,5 milioni di euro, in fase di imminente liquidazione.

Le indagini

Le indagini, condotte dalla Compagnia di Mirano, sono scaturite dalla pronta segnalazione da parte di alcuni cittadini veneziani che, in passato, avevano effettuato presso le proprie abitazioni alcuni lavori di ristrutturazione favoriti dal bonus del 110% sulla spesa sostenuta.

Gli stessi, tuttavia, hanno scoperto, nel controllare il proprio “cassetto fiscale”, che gli importi dei loro crediti edilizi erano stati ceduti, dopo essere stati duplicati o triplicati nel valore, a società totalmente diverse da quelle che realmente avevano realizzato i lavori.

È il caso di un solerte pensionato di Mira il quale, a fronte di lavori per la ristrutturazione della propria residenza, ha riscontrato che i crediti fiscali maturati erano stati ceduti, per un valore triplo rispetto al reale ammontare, a diverse società a lui totalmente sconosciute. Così anche un imprenditore di Salzano, il quale aveva svolto i lavori attraverso la sua stessa società, salvo poi vedere il bonus spettante replicato e ceduto a soggetti a lui ignoti.

In uno dei casi in esame, l’immediato intervento dei finanzieri, coordinato dalla Procura di Firenze, ha permesso di bloccare la frode fiscale e di sequestrare preventivamente crediti fittizi per oltre 9,5 milioni di euro nei confronti di una società con sede nel capoluogo toscano che, a distanza di poche ore, li avrebbe ceduti, dietro compenso, a una ignara azienda energetica operante a Venezia, la quale li avrebbe a propria volta utilizzati per compensare i propri debiti di imposta in scadenza con il fisco.

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