PORTOGRUARO - «Basta con il feudalesimo dell'acqua e l'uso indiscriminato dei pozzi artesiani». Così il presidente della Conferenza dei sindaci del Veneto orientale, Gianluca Falcomer, che ha annunciato l'approvazione, all'unanimità, di un documento sulle potenziali condizioni di siccità della prossima estate.
Allarme siccità
La particolare condizione in cui si trova il territorio del Veneto Orientale, collocato nella porzione di valle dei bacini dei principali fiumi alpini Piave, Livenza e Tagliamento e dei numerosi corsi fluviali di risorgiva aventi origine nelle aree della pianura opitergina e pordenonese, richiede un forte sostegno per il rispetto del principio della equa ripartizione delle risorse. L'ordine del giorno si rivolge dunque a Regioni, Ministeri e a tutti i livelli intermedi e insiste sulla necessità di una governance per bacini delle acque non più legata a frammentazioni amministrative.
«Le problematiche interregionali sulla gestione delle acque - ha detto Falcomer - sono evidenti: vanno perseguite misure più tenaci e nessun territorio della nazione può negare l'acqua ad un altro per egoismo. I sindaci chiedono che si adottino chiari ed efficaci investimenti per l'uso oculato ed intelligente dell'acqua.
L'intesa programmatica d'area della Venezia Orientale si è dotata del più importante piano di investimenti dal dopoguerra. Se servono spendere bene fondi europei, tipo il Pnrr, per i quali s'arranca a spendere, a fine del 2022, la Conferenza ha inviato al Ministro Salvini un ambizioso piano elaborato dal Consorzio da circa 200 milioni di euro. Facile impegnarsi a battersi per una gestione di bacino se poi non si pensa anche a livello locale. I sindaci - ha concluso Falcomer - intendono porre un freno ai pozzi artesiani che non dimostrino un uso agricolo e umano in base alla portata del pozzo. Si va verso le Comunità artesiane. Basta all'acqua potabile di falda lungo i fossi: se l'acqua non si condivide, il pozzo va chiuso».