VENEZIA - È il primo centro commerciale a finire in «zona rossa». Da ieri e fino al 6 aprile, infatti, la "Nave de Vero" di Marghera rientra tra le aree sensibili previste dalla direttiva emanata nei mesi scorsi dal ministero dell'Interno.
L'EPISODIO
Quello delle zone rosse è, come la definisce lo stesso prefetto, un «dispositivo a geometria variabile». Vale a dire che si applica ad hoc a seconda delle esigenze del momento. Il provvedimento in sé, a dire la verità, non porta grandi rivoluzioni: le stesse condizioni, per gran parte della città, sono coperte dal regolamento di polizia urbana del Comune. Porta, però, un vantaggio in termini di attenzione: l'area in zona rossa, proprio in virtù di queste disposizioni, deve essere maggiormente controllata.
Sabato sera, nella terrazza del centro commerciale, era esplosa una rissa tra bande di giovanissimi, ragazzini tra i 15 e i 18 anni. Per sventarla erano serviti, tra carabinieri, militari del reparto lagunari e polizia di Stato, circa trenta uomini. Fortunatamente non c'erano stati feriti ma, a quanto riferito dal personale del centro commerciale, non era la prima volta che quei ragazzi venivano a regolare i loro conti in quella terrazza. «Siamo contenti di avere collaborato in maniera proficua con le forze dell'ordine - commenta Giulia Porcu, direttrice della Nave de Vero -. Il centro commerciale Nave de Vero rimane come sempre un luogo sicuro».
STAZIONE DI MESTRE
Al momento il centro commerciale di Marghera è l'unica zona rossa operativa in città. Dal 15 aprile al 5 maggio, invece, con ogni probabilità verranno riattivate le stesse che c'erano a Carnevale con l'aggiunta, in provincia, di quelle a Jesolo e Chioggia. «Venezia affronterà un lungo periodo di vacanze con importanti flussi turistici, dovremo essere preparati», conclude Pellos. Il prefetto, inoltre, sta aspettando una risposta dalle Ferrovie (che potrebbe arrivare nei prossimi giorni) sulla possibilità di installare dei tornelli alla stazione di Mestre, replicando il modello già applicato a Venezia. Obiettivo ambizioso perché la differenza logistica e tra le due realtà è enorme: tutte le città italiane in cui sono stati previsti i tornelli (Roma, Milano e Firenze e, appunto, Venezia) hanno delle stazioni di testa. Se il progetto andasse in porto, Mestre sarebbe la prima stazione di transito d'Italia a essere dotata di varchi d'ingresso.