Urla e bestemmie al video-party dedicato alle origini della città di Venezia

Venerdì 16 Aprile 2021 di Melody Fusaro
INDAGINI La Polizia postale indaga per individuare i responsabili dell’intrusione blasfema all’incontro on line sulla storia di Venezia
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QUARTO D’ALTINO - Tra novanta spettatori nessuno inizialmente aveva notato quei tre accessi avvenuti quando l’incontro era iniziato da dieci minuti. Uno di loro aveva, in effetti, un nickname sospetto: “polizia postale”. Di lì a poco l’appuntamento dedicato alla storia delle origini di Venezia è stato monopolizzato da tre giovani che hanno preso il controllo della “stanza virtuale” nella quale era stato organizzato e che hanno iniziato a inveire contro gli organizzatori e gli spettatori, a bestemmiare e a pubblicare audio dei discorsi di Hitler, con svastiche e altri simboli nazisti.

IL PRECEDENTE

Dopo il caso durante la conferenza online della Comunità ebraica, e altri simili avvenuti dall’inizio della pandemia (come spiegherà poi la Polizia postale), è di nuovo caos durante Il primo incontro delle “Conversazionialtinati@1600”. Alberto Toso Fei, per l’appuntamento intitolato “Pax tibi Marce” era stato invitato come relatore per rispondere a una domanda: cosa c’era in laguna prima della Venezia di oggi? Si stava discutendo, da una piattaforma dedicata ai webinar, delle origini di Venezia e delle vicende della vicina terraferma. Un incontro della rassegna organizzata, per i mesi di aprile e maggio, dall’Associazione La Carta di Altino, in collaborazione con l’Associazione culturale StudioD, il Progetto 7 lune e l’Associazione Terra Antica. «Online c’era una bella platea, di una novantina di persone - spiega don Gianni Fazzini che è tra i promotori dell’iniziativa culturale - Dopo 10 minuti sono entrate tre persone che avevano i microfoni accesi». Le voci erano di ragazzini. Enrico Cerni, che moderava il dibattito, ha chiesto a tutti i presenti di spegnere il microfono.

L’ESCALATION

«A quel punto è iniziato il caos, continuato in un crescendo impressionante». All’inizio insulti, poi bestemmie, bandiere con la svastica, audio dei discorsi del fuhrer e immagini pornografiche. Cerni ha cercato il dialogo: «Mi rendo conto che voi stiate manifestando un disagio che oggi è molto diffuso tra i ragazzi - ha detto rivolgendosi ai tre disturbatori - Questo però non è il modo giusto e così non riusciamo a darvi una mano». Poi ha segnalato quanto stava avvenendo alla Polizia postale. Era impossibile infatti riprendere il controllo del sistema: i tre giovani erano riusciti ad assumere il ruolo di amministratori e a gestire la conferenza, eliminando di volta in volta gli altri utenti. Gli organizzatori non hanno potuto far altro che riunirsi in un’altra “stanza virtuale” per decidere come comportarsi e se procedere con la denuncia. La Digos sta indagando su un caso simile avvenuto lo scorso novembre durante una videoconferenza della Comunità Ebraica di Venezia. E dalla Polizia postale spiegano che questi fatti sono frequenti da quando è iniziata la pandemia. A essere presi di mira sono soprattutto gli open day delle scuole. Unico modo per difendersi, spiegano, è “controllare” gli accessi: non pubblicare un link accessibile a tutti ma chiedere una preventiva iscrizione tramite mail. Un sistema che però non favorisce la partecipazione in un mondo, come quello di internet, in cui la semplificazione è fondamentale.
 

Ultimo aggiornamento: 17:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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