Coronavirus, altre due vittime a Mestre, ma calano gli asintomatici

Lunedì 20 Aprile 2020 di Davide Tamiello
La Terapia intensiva di Dolo
VENEZIA I contagi e i decessi rimangono costanti, ma la flessione nei ricoveri e nei casi positivi adesso si vede. Troppo presto per dare per certo che la lotta al Covid-19 abbia terminato la sua salita, vero è che però da giorni, ormai, i dati evidenziano diversi segni meno su più voci. Stando al bollettino regionale di ieri mattina, infatti, il numero complessivo dei positivi attualmente è di 1.020 (ben 105 in meno rispetto a sabato), suddivisi tra 242 ricoverati con sintomi (-7 rispetto a sabato) e 778 curati a casa (-98). Sono, quindi, soprattutto gli asintomatici, in questo momento, a liberarsi del virus. Restano più o meno stabili, invece, i ricoveri in terapia intensiva (25, -1 rispetto a sabato), aumentano i dimessi (arrivati a quota 285, 6 quelli che ieri hanno potuto lasciare l’ospedale) e, purtroppo, i deceduti. 
Le ultime due vittime di ieri sono entrambe del capoluogo: Giovanni Ceolin, 89 anni, di Favaro, e Laura Inhoff, una donna di 81 anni di Mestre. Il primo, residente in via Annia, è morto all’ospedale Covid di Dolo mentre la seconda è deceduta a Mirano. Le ultime due croci riportano d’attualità il caso mestrino: su un totale di 190 vittime nel Veneziano a cui è stato diagnosticato il coronavirus, 42 sono di Mestre: un rapporto di uno su quattro. Di queste 11, un ulteriore quarto, provengono da Favaro: il quartiere è stato particolarmente flagellato dall’emergenza sanitaria. 
BOLLETTINO DI GUERRA 
Il bollettino di guerra è iniziato il 2 marzo, con Umberto Pavan, 79 anni, fruttivendolo in pensione del mercato di via Fapanni. Poi è stata la volta di Luciano Carniato, 79enne di 
Favaro, cardiopatico, a una settimana di distanza, il 9 marzo. Sempre di Favaro, scomparso il 10 marzo, il 98enne Giuseppe Gaiotto e Mario Trevisan, 78 anni, morto dieci giorni più tardi. Nel mezzo, altri due anziani di Mestre: un 88enne e un 82enne, morti a Mestre rispettivamente l’11 e il 12 marzo. Il 19 marzo, l’elenco si è allungato con il 55enne Raul Ziliotto, anche lui cardiopatico e diabetico. E ancora: Lucia Lionello, 81enne di Corso del Popolo, Francesco Scaramuzza, il più giovane con i suoi 52 anni, Eugenio Stefani, 73 anni, Paolo Gatto, 84 anni, Camillo Carraro, 62 anni, e Giancarlo Castagna, 80 anni. 
LA CGIL PREDICA CALMA
IL clima di quasi “fine emergenza” preoccupa molto la Cgil. «Siamo in una fase in cui il virus non è assolutamente debellato - commenta il segretario della funzione pubblica, Daniele Giordano - e i cittadini devono poter tornare a fruire appieno dei servizi socio sanitari». Il sindacato chiede, inoltre, che la Regione ripensi il ruolo dei pronto soccorso: «Non è pensabile che i cittadini siano di nuovo costretti a recarsi in queste strutture per i loro bisogni di salute perché non riescono a trovare una sanità diffusa e ramificata che prenda in carico i loro bisogni. E’ bene essere seri e comprendere che tutto non potrà tornare come prima perché ad esempio per utilizzare determinate protezioni i tempi di lavoro si allungano, perché il distanziamento non facilita un’organizzazione ordinaria dei servizi e perché ritornare a garantire i bisogni di salute convivendo con un virus come questo non è assolutamente ordinario». 
Davide Tamiello
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Ultimo aggiornamento: 07:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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