Violenza sessuale di gruppo nella squadra di football americano: atleti condannati

Martedì 2 Luglio 2019 di Gianluca Amadori
Riti di iniziazione nella squadra di football americano: atleti condannati
VENEZIA - Tutti condannati. La Corte d'appello di Venezia ha ribaltato la sentenza di generale assoluzione pronunciata due ani fa, in primo grado, infliggendo complessivamente 27 anni di reclusione a due allenatori e cinque giocatori della squadra di football americano Islanders Venezia, accusati di violenza sessuale di gruppo, percosse, lesioni personali e violenza privata per aver costretto un giocatore di 24 anni, una nuova leva, a subire riti di iniziazione sul pullman, di ritorno da una partita vittoriosa giocata a Trieste, contro i Muli, nella primavera del 2011.
 
La sentenza è stata pronunciata ieri dalla terza sezione penale della Corte, la quale ha accolto le richieste di condanna dal procuratore generale, ritenendo sussistente il reato di violenza sessuale di gruppo e assolvendo per il resto. Gli imputati dovranno versare 35 mila euro alla vittima, costituitasi parte civile con l'avvocato Gabriele Annì.
La pena più mite - tre anni di reclusione - è stata inflitta ad uno degli allenatori, Stefano Brutesco, 54 anni di Mogliano Veneto, che non partecipò materialmente agli atti di nonnismo, ma non avrebbe fatto nulla per farli cessare; gli altri sono stati condannati tutti a quattro anni di reclusione: Tommaso Canuto, 52 anni di Mestre, Giancarlo Serio, 40 anni di Mestre, Marco Grinzato, 29 anni, di Mestre, Giacomo Canal, 30 anni di Mogliano, Stefano De Giorgi, 42 anni, di Martellago e Claudio Pavanello, 45 anni di Mestre. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.
LA QUERELAA sporgere querela per l'episodio fu il giovane giocatore, il quale successivamente raccontò in aula, di fronte al Tribunale, di essere stato sottoposto al rito della covata (con l'apposizione del sedere nudo di due compagni di squadra sulla faccia), al rito dell'investitura (il pene di un giocatore anziano fu appoggiato sulla sua spalla e sulla testa), al rito della mungitura dei genitali e al rito dei frutti, durante il quale fu picchiato a mano aperta e con mazze da baseball di plastica dopo essere stato obbligato a correre nudo lungo la corsia centrale del pullmann. Tutti fatti che gli provocarono un forte imbarazzo, ma soprattutto disturbi post traumatici da stress che sono stati diagnosticati da una psicologa.
A sostenere l'accusa in primo grado contro i sette imputati fu la pm Lucia D'Alessandro, la quale aveva chiesto la condanna di tutti ad una pena complessiva di 29 anni di reclusione. 
IL PRIMO GRADOIl Tribunale, presieduto da Sara Natto, nel dicembre del 2017, non accolse però le sue richieste, spiegando che i riti di iniziazione non avevano connotazione erotico-sessuale e le lesioni subìte erano scriminate dal consenso prestato: il ragazzo, infatti, era pienamente consapevole delle modalità del gioco dei frutti, in quanto lo aveva già visto, e si prestò a farlo spogliandosi spontaneamente. La Procura ha presentato appello e ieri è arrivata la sentenza di condanna, contro la quale resta solo il ricorso per Cassazione.
Gianluca Amadori
Ultimo aggiornamento: 12:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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